Gognablog pubblica la relazione di Matteo Procuranti al Convegno “Le montagne non ricrescono” sul tema della monoeconomia estrattiva nel territorio delle Alpi Apuane e sulle conseguenze per il futuro della zona.
Un territorio, quello di Carrara e delle Alpi Apuane, nel quale l’attività economica prevalente se non esclusiva è quella dell’estrazione di marmo al punto che, afferma Procuranti
“gli imprenditori locali in una delle loro spettacolari kermesse pubblicitarie hanno persino potuto dire “siamo marmo”
Quali sono le conseguenze ed i costi immediati e di lungo termine di questa scelta per il territorio Apuano?
“Carrara è pur sempre in Toscana, nel nord Italia, anche se tutti gli indicatori nazionali, da quello sulla disoccupazione a quello sulla vivibilità, fino al dato agghiacciante dei tumori, la inseriscono per condizione tra le città delle zone più depresse del sud”
Per comprendere le ragioni di questa situazione viene illustrata la condizione dell’economia estrattiva: i cambiamenti nelle modalità di estrazione, lavorazione e commercio, il suo essere apparentemente florida ed in crescita e d’altro canto le ricadute in termini di salute e ambiente ma anche di stabilità economica e occupazionale
“Gli addetti al settore lapideo negli ultimi 100 anni sono passati da 20.000 a circa 1300 unità, con una popolazione che è aumentata invece di quasi un terzo, e questo a fronte di ricavi cresciuti esponenzialmente assieme alle quantità di escavato”
Per poi concludere
“In questa città che ha scelto di farsi schiava dell’industria lapidea entrando a piedi pari in un sistema di gestione estrattivista, riteniamo che sarebbe molto utile un lavoro culturale importante per poter dare un cambio di rotta finalizzato a realizzare un rapporto sano e costruttivo tra abitanti, ambiente e territorio”.
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