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Argentina 1978: i mondiali della colpa

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A cura di @cocomeraio.

Piero Trellini sul Post racconta di come junta militare argentina riusci a utilizzare l’organizzazione della coppa del mondo di calcio per nascondere i propri crimini e ripulirsi l’immagine. Un’operazione che, spiega Trellini, ebbe successo ovunque ma particolarmente in Italia grazie a complicità, viltà, omertà, conflitti di interesse.

Da qui iniziano le fortune del gruppo editoriale milanese in Argentina. Rizzoli prima acquisisce ad un ottimo prezzo gli impianti della Editorial Abril, la più grande casa editrice argentina, poi, grazie agli interventi di Gelli ed Ortolani che riescono a far ottenere un’autorizzazione “straordinaria” da parte delle autorità argentine, apre l’Editorial Crea. In cambio Gelli si accaparra il silenzio del Corriere e della Gazzetta nei confronti delle violazioni dei diritti umani compiuti dai militari. Per compensare le carenze informative, i quotidiani milanesi si limitano a fornire un “ritratto rassicurante” del Paese omettendo il dramma dei desaparecidos, le torture della dittatura, la disastrosa situazione economica e persino le proteste per la visita italiana di Eduardo Massera nell’autunno del 1977.

Immagine da Wikimedia.


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