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Argentina 2015: sarà ballottaggio [ES]

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Su suggerimento e a cura di @Luis K.

Per la prima volta nella storia del Paese del Cono del Sud il Presidente verrà eletto al ballottaggio; il risultato del primo turno non lascia adito a dubbi: benché Mauricio Macri sia arrivato secondo può dirsi vincitore.

La sera del 25 ottobre si era capito che l’ondata celeste e bianco si era arrestata di colpo quando la provincia di Jujuy, che scrutinava prima, ha visto il radicale Gerardo Morales alla guida di una ampia coalizione anti-k prevalere per più di 20 punti percentuali sul governatore uscente Eduardo Fellner: Jujuy dal 1983 era governata dal Peronismo e in provincia il Kirchnerismo aveva serrato le fila per ripetere la vittoria. È stata quindi una sconfitta in blocco del FPV, che anzi batteva in ritirata quando uno dopo l’altro i comuni del Conurbado bonaerense, dove le elezioni amministrative si svolgevano in contemporanea con il Primo Turno, venivano espugnati da Cambiemos,.

Qualche ora prima che venissero resi disponibili i dati ufficiali in preludio alla possibile battosta, Daniel Scioli, candidato per il Fronte per la Vittoria, ha fatto un durissimo discorso contro Macri e Cambiemos: “Bisogna rispettare i risultati ma gli elettori non ne vogliono sapere di un ritorno agli anni novanta, in campo c’è chi vuole annullare tutti i diritti conquistati in questi anni”. E infatti la forbice in suo favore si è assottigliata di parecchio e la candidata di Cambiemos, Maria Eugenia Vidal, ha vinto in Provincia di Buenos Aires, diventando la prima donna governatrice in Provincia e la prima non peronista.

Mauricio Macri è arrivato a un eccellente 34,3% contro il 36,8% di Scioli, ha prevalso in tutte le grandi province come Cordoba (dove ha raggiunto il 53%), Santa Fe (invertendo il risultato delle PASO), Mendoza, Entre Rios e Città di Buenos Aires. Proprio nella Provincia di Buenos Aires ha ottenuto il risultato più rilevante: non ha vinto ma ha sbarrato la strada a Scioli e la sua delfina Vidal ha ottenuto circa il 40% dei voti, portando nella Casa Gialla non solo la provincia guidata dal principale avversario ma superando anche un fedelissimo della Presidente Cristina, quale è Anibal Fernandez del FPV, fermo al 35% nella corsa a Governatore.

Sergio Massa dell’Alleanza per Una Nuova Alternativa (UNA), peronista dissidente, ha ottenuto il 21,3%, grazie a Buenos Aires e al Nord; un risultato che alla luce dei fatti non può che essere visto come positivo, visto che non si è fatto travolgere dalla polarizzazione. Il ruolo di arbitro a questp punto non può che essere il suo: ha evitato di appoggiare qualcuno al ballottaggio ma ha detto che “l’Argentina vuole un cambiamento” e che “Scioli è quello che sa ascoltare meglio”. Fatto sta che i suoi sostenitori davanti ai risultati inneggiavano all’aver impedito la vittoria di Scioli.

Il resto delle sfide provinciali non ha visto particolari sovvertimenti rispetto al primo turno anche se Entre Ríos ha rischiato di venire travolta dalla ondata gialla: il primato di Macri ha fatto arrivare il senatore De Angeli di PRO al 39% contro il 42% di Gustavo Bordet, delfino del governatore kirchnerista Sergio Urribarri la cui fedeltà a Scioli è tutt’altro che scontata.

San Juan e San Luis hanno rivisto i risultati della PASO inalterati e nelle province dove la corsa era aperta a inizio anno come Catamarca e Chubut, la governatrice K. Lucía Corpacci prevale sul suo vecchio alleato l’ex-governatore Eduardo Brizuela del Moral del Fronte Civico e Sociale mentre l’ex-governatore Mario Das Neves del Fronte Rinnovatore prevale sul suo vecchio alleato il governatore K. Martin Buzzi.

Nelle province che, votando ancora con la Ley de Lemas, la normativa tradizionale argentina, non hanno organizzato le PASO hanno vinto nettamente le emanazioni locali del kirchnerismo. A Santa Cruz, lo Stato di Nestor Kirchner, il Fronte per la Vittoria guidato da sua sorella Alicia Kirchner ha mantenuto la guida della provincia, superando di circa 6 punti l’alleanza oppositrice “Unión para Vivir Mejor” del deputato radicale Eduardo Costa. Il risultato raggiunto è molto importante per il FPV: Alicia Kirchner ha ottenuto un numero di voti dello stesso ordine di grandezza dell’opposizione, il che significherebbe che la vera capostipite della dinastia Kirchner sarebbe stata potenzialmente in grado di vincere senza il bisogno di presentarsi in tandem con il governatore uscente Daniel Peralta all’interno dell’intricato e ambiguo meccanismo della Ley de Lemas.

Caso particolare lo rappresenta la provincia di La Pampa, o per lo meno per chi non mastica politica argentina: il partito che ha vinto le elezioni statali si chiama Fronte per la Vittoria, porta Scioli come candidato Presidente e i suoi rappresentanti siedono nel Congresso con i Celeste e Bianco ma il risultato non viene conteggiato tra le vittorie del FPV nazionale. Questo perché le elezioni interne del partito fatte a luglio, aperte e simultanee ma non obbligatorie, hanno visto sfidarsi il kirchnerismo con tanto di discesa in campo di Cristina Fernandez e il Peronismo Pampeño, corrente del giustizialismo tradizionale e conservatore, che appoggia sì il governo dei Kirchner ma ne considera l’esperienza definitivamente conclusa. Con la vittoria di quest’ultimi i rapporti sono diventati molto tesi, tant’è vero che le organizzazioni politiche kirchneriste di base, ma che non fanno riferimento al peronismo, hanno presentato il Fronte Pampeño per la Vittoria e il senatore Carlos Verna, ex-governatore e candidato dei dissidenti, che ha fatto campagna elettorale contro il boicottaggio da parte della Casa Rosada della Provincia e ha ottenuto il 46%.

Infine la sfida per il Congresso è andata come da manuale.
Il Fronte per la Vittoria ha perso la maggioranza nella Camera dei Deputati composta da 257 seggi: se ne rinnovavano 130 e, si è fermato a 117 deputati (in calo rispetto ai 132 di partenza) mentre Cambiemos è arrivato a 91 eletti, di cui 44 sono dell’Unione Civica Radicale, 42 sono di Proposta Repubblicana e 5 di Coalizione Civica.
Al Senato della Nazione, che rinnova un terzo dei suo componenti, il FPV sfiora la super maggioranza di 48 seggi su 72: il gruppo verrà composto da 42 kirchneristi puri e manca ancora da capire il comportamento dei due eletti di Peronismo Pampeño, che aveva vinto anche le primarie per il senato, e dei due senatori del Movimento Popolare Neuquino, partito che appoggia Scioli. Anche il senatore ed ex-presidente Carlos Menem, senza particolari motivi considerato che non fa parte del gruppo parlamentare e non è beneficiario di favori da parte della Casa Rosada, anzi, vota spesso con la maggioranza.

I risultati invariati delle sfide locali e del Congresso rispetto alle previsioni e alle primarie lasciano intravedere che le diverse anime del FPV al momento di votare il candidato Presidente hanno avuto più di una defezione, sia a causa di come Scioli ha portato avanti la campagna elettorale, sia a causa della mancanza di dibattito interno sul nome da spendere per la Casa Rosada.
Mauricio Macri invece è andato ben oltre ogni rosea aspettativa: confermare il 30% di Cambiemos alle PASO appariva una missione quasi impossibile ed invece è arrivato a 2 punti da Daniel Scioli. Bisognerà ora vedere se la nuova ondata gialla prenderà forza e si trasformerà in uno tsunami che travolga anche la Casa Rosada: che abbia infranto il tabù per gli argentini di avere un presidente chiaramente di destra? I deboli di cuore sono avvertiti, non è detta l’ultima parola.

 

Immagine da Wikimedia Commons


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