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Aziende tech che si fanno Stato?

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La scorsa settimana avevo parlato di Clubhouse, il social per conversazioni audio in tempo reale, una sorta di labirintico convegno multisala globale in audiostreaming, profumato di Silicon Valley, che ora sta facendo incetta di utenti anche in Europa. E avevo sollevato alcuni dubbi sulla raccolta dati fatta dal social, in particolare il tentativo di avere accesso a tutti i costi alla rubrica – che sono stati ripresi, con citazione della newsletter (grazie redattori!), da Il PostFormicheHdblog, e Leganerd.
Questa settimana c’è da segnalare la partecipazione di Elon Musk, il Ceo di Tesla, a una stanza/show su Clubhouse, The Good Time Show, in cui è stato intervistato su vari temi (la colonizzazione di Marte, Gamestop e i meme, insomma le solite cose di cui si parla al bar).  L’ingresso di Musk (la cui intervista si può riascoltare qua) ha messo alla prova il limite da 5mila ascoltatori delle stanze. Stessa cosa è successa qualche giorno dopo, quando a entrare nella stanza dello stesso show per essere intervistato sul futuro della realtà virtuale è stato Zuck23, ovvero Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Tutto ciò sta contribuendo a tirare la volata al nuovo social. Che sta crescendo vertiginosamente, tanto che il primo febbraio aveva già raggiunto 6 milioni di utenti. Così come crescono le riflessioni sui possibili usi della piattaforma, con aperture da parte di giornalisti quali Casey Newton che vedono in Clubhouse una concorrenza ai podcast, con la differenza di introdurre da un lato una sorta di serendipità e dall’altro di semplificare la realizzazione di queste sessioni audio rispetto alla qualità più alta richiesta dal podcasting (The Verge).
“Interessante capire cosa faranno i grandi social tradizionali e i servizi di streaming”, si chiede ora Massimo Russo su Esquire. “Inizieranno a loro volta a dare la possibilità agli utenti di aprire stanze per le dirette? Daranno il via a una girandola di acquisizioni?”

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