Arin Roussinos cerca di approfondire su Unherd le ragioni per cui Ballymena, una piccola cittadina protestante dell’Irlanda del Nord, territorio storicamente marginale e poco toccato dal fenomeno migratorio, sia stato teatro di una scioccante ondata di proteste e disordini di natura xenofoba e razzista nel mese di Giugno 2025, riportando testimonianze dal luogo.
La cittadina nordirlandese di Ballymena è diventata epicentro di una violenta ondata di disordini a sfondo razzista. Tutto è iniziato il 9 giugno, quando l’arresto di due adolescenti locali, sospettati di tentato stupro, ha innescato proteste di sostegno che si sono rapidamente trasformate in rivolte. Le prime due notti hanno visto barricate incendiate, lanci di bottiglie molotov e scontri con la polizia, con decine di agenti feriti e numerosi danni a case e veicoli.
L’escalation è stata rapida e preoccupante: nella terza notte, oltre agli scontri a Ballymena, un centro ricreativo a Larne – utilizzato per l’accoglienza di migranti – è stato attaccato con petardi e incendi. Le autorità hanno parlato esplicitamente di violenza xenofoba e razzista, aggravata da incitamenti via social media.
In una cittadina a maggioranza protestante, tappezzata di bandiere dell’Union Jack e simboli dei gruppi paramilitari lealisti, colpisce quanto spesso i manifestanti contro l’immigrazione facciano riferimento ai recenti disordini nella Repubblica d’Irlanda per giustificare la loro presenza in piazza. “Giù a sud, a Dublino, la situazione sta esplodendo,” racconta Julian. “I migranti arrivano dall’Inghilterra, poi entrano nella Repubblica e da lì risalgono fino a qui. Ormai la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord si stanno unendo, quindi anche se c’è ancora un confine, entrambi i Paesi sanno cosa sta succedendo.”
Cresce dunque, tra i protestanti dell’Ulster, il riferimento a una presunta causa comune con i vicini cattolici: un parallelismo che osservatori esterni tendono a enfatizzare oltre misura. In realtà, il sentimento non è affatto reciproco. Le rare espressioni di ostilità all’immigrazione provenienti dalla comunità cattolica nordirlandese si manifestano più spesso con la partecipazione a grandi manifestazioni nella Repubblica, piuttosto che con proteste locali.
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