A cura di @francisco quintay.
Secondo l’interpretazione prevalente nella biologia evoluzionistica, la scelta del partner è a favore di quello più avvantaggiato in termini di salute e di geni. Ogni ornamento, come ad esempio quelli molto vistosi di alcuni uccelli, è considerato come il risultato di una selezione che vede associato tale tratto a una maggiore fitness.
Richiamando la teoria della selezione sessuale basata sulla bellezza di Darwin, c’è chi ritiene che sia da ripensare il legame tra utilità e bellezza, ipotizzando che la spinta a scegliere il proprio compagno, anche in alcuni animali, sia dettata da valori “estetici” e non da ragioni puramente adattative
“But one particular aspect of his argument is his distress at the idea that almost all evolutionary change is assumed to be adaptive, contributing to fitness. In other words, if a fish is blue, it must be blue for a reason. The color must help it escape predators or sneak up on prey, or be otherwise useful in some way. Beauty, therefore, must be adaptive, or a sign of underlying qualities that are adaptive. Pick a behavior or an ornament or a physical trait, and it is useful until proven otherwise.
That’s backward, says Dr. Prum. Take beauty. Since animals have aesthetic preferences and make choices, beauty will inevitably appear. “Beauty happens,” as he puts it, and it should be taken as nonadaptive until proven otherwise.”
Immagine tratta da Pixabay.
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