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Calcutta secondo I Cani

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Su suggerimento di @Eugenio Tafazzi.

Un’intervista di Niccolò Contessa, voce de I Cani, a Edoardo Calcutta, l’artista indie più chiacchierato del momento.

Metto le mani avanti e dico subito che io Calcutta l’ho scoperto per ultimo, e all’inizio mi stava pure sul cazzo: ricordo che quando lo vidi in concerto per la prima volta, nel 2012, si sdraiò a cantare i suoi pezzi per terra, accompagnandosi con la chitarra, e la cosa mi infastidì al punto che nemmeno ascoltai il concerto, pensando qualcosa come: “se avesse delle cose da dire non avrebbe bisogno di fare il bizzarro, no?”

Ma Contessa, col tempo, ha capito di sbagliarsi.

Tanto per mettere le cose in chiaro: mi ha convinto a tal punto che sono tra i produttori discografici dell’album. Nella conversazione che segue abbiamo parlato di questo, del suo modo di scrivere canzoni, e del rapporto conflittuale della musica indipendente italiana con la voce, vero cuore pulsante della musica pop.

 

Immagine della cover dell’album su autorizzazione di Calcutta.


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