A cura di @werner58.
La giornalista Judith Shulevitz riferisce sul New York Times della recente diffusione di clausole “di onorabilità” nei contratti degli scrittori americani, che permetterebbero alle case editrici di rompere i contratti di chi resta coinvolto in polemiche a sfondo sessuale o politico (condizionale d’obbligo: per il momento, non si conoscono casi in cui siano state contestate in tribunale).
In pratica, alcune case editrici stanno cercando di estendere al giornalismo e alla letteratura pratiche di gestione dell’immagine pubblica normalmente associate a pubblicità e sponsorizzazioni sportive:
“If what you’re selling me is your reputation, if that’s what I’m paying you for, then I should not have to pay you if your reputation tanks”
Immagine da Flickr.
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