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Come abbiamo creato l’Antropocene

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In un lungo articolo pubblicato su Il Tascabile, il sociologo Alessio Giacometti, riflettendo sul saggio Il pianeta umano, scritto a quattro mani dagli scienziati Simon Lewis e Mark Maslin, ripercorre la discussione tuttora in corso in seno alla comunità scientifica sulla definizione di Antropocene.

Negli ultimi secoli abbiamo introdotto in natura più di duecento minerali prima inesistenti, disperso particelle carboniose sferoidali e polimeri plastici dalla cima dell’Everest alla Fossa delle Marianne, rivestito la superficie terrestre con una tecnosfera da 30 trilioni di tonnellate di cemento e metallo. Abbiamo condotto all’estinzione l’83% delle specie animali viventi e dimezzato la popolazione di alberi del 50%. Abbiamo anche riversato in aria oltre duemila miliardi di tonnellate di anidride carbonica, il cui livello di concentrazione nell’atmosfera è oggi il più alto degli ultimi tre milioni di anni. Se dovessimo estinguerci domani, i nostri prodotti materiali sparirebbero in meno di diecimila anni, ma le alterazioni biogeochimiche dei cicli del carbonio, del fosforo e dell’azoto rimarrebbero per milioni di anni, dopo di noi. “Questo cambiamento permanente del sistema Terra”, commentano laconici Lewis e Maslin, “resterà nei sedimenti geologici per sempre”.

Perché, allora, per designare l’epoca geologica in corso – l’epoca umana, appunto – nel 2008 l’Unione Internazionale di Scienze Geologiche propese per il termine Olocene, che non cita esplicitamente gli esseri umani quali causa importante del cambiamento geologico e climatico? Del resto, nei primi anni Duemila l’etichetta Antropocene era senza dubbio già nota alla comunità scientifica. Dopo alcuni usi del termine in contesti informali sin dagli anni ’80, furono il Nobel per la chimica Paul Crutzen e il limnologo Eugene Stoermer a recuperare dall’oblio il concetto di “epoca umana”, introducendo per primi la parola Antropocene in un documento con finalità scientifiche, la newsletter dell’International Geosphere-Biosphere Programme (IGBP). E tuttavia, con la scelta di ratificare l’ingresso dell’Olocene nella scala dei tempi geologici, l’Unione Internazionale di Scienze Geologiche scelse di minimizzare e marginalizzare le preoccupazioni ambientali, optando per un termine che Lewis e Maslin dicono più ovvio, e molto meno controverso, di Antropocene come nome geologico dell’epoca attuale. “Olocene era il termine che un accademico che preparava i futuri geologi a vivere nell’industria petrolifera o mineraria avrebbe scelto per quieto vivere”.

Foto: Max Pixel.

 

 


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