Su siggerimento di @Lowresolution.
Senza dubbio il tema del lavoro ha contribuito a determinare l’esito delle ultime elezioni. David Broder su The Vision analizza lo spostamento di voti da sinistra al M5S e guardando alla base elettorale arriva a sostenere che M5s abbia assunto oggi il ruolo del vecchio PCI.
Dopo il collasso del Pd del 4 marzo, un sondaggio di SWG ha evidenziato la portata del disastro. I dati riportati da La Repubblica mostrano che, tra gli italiani che votarono Partito comunista (Pci) nel 1987, il 35% sostiene oggi il Movimento 5 stelle, mentre solo il 32% di loro appoggia il Partito democratico. Questo dato è superiore al consenso medio del M5S, nonostante l’ampia frattura generazionale. Secondo Tecnè, il Pd è il partito più votato solo tra gli over 64, mentre tra gli under 44 il M5S raccoglie più del 40% dei voti. Eppure anche gli elettori che votarono Pci nel 1987, i quali devono perciò avere almeno 48 anni, sono ormai delusi dal centrosinistra. La disoccupazione giovanile al 35%, l’emigrazione dei giovani e la crisi dell’eurozona spiegano le difficoltà del Pd nel raccogliere nuovi simpatizzanti. Ma ancora più impressionante è lo spostamento all’interno dell’elettorato più anziano, anche tra coloro che rigettano fermamente il centrodestra: il Pd non solo non è riuscito a rinnovare la propria base, ma sta anche perdendo i suoi elettori di lungo corso.
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