La mucca è caduta ma non è morta

Come la mia gita per smettere con i dolci è diventato un viaggio all’inferno

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Il NYT Magazine pubblica il divertito resoconto di una sua collaboratrice, che racconta come i dubbi sulla salubrità della sua dieta la abbiano portata in una clinica austriaca nel tentativo di capire cosa non funzionava e come metterci rimedio.

Il racconto comincia con la descrizione della sua passione smodata per i cibi dolci, e le spiegazioni basate sulla scienza corrente che tenta di dare a questo suo comportamento. Considerato che è la sola del suo gruppo sociale ad avere questa passione, conclude che si tratta di una scelta dannosa per la salute e cerca un modo di disassuefarsi, trovandolo infine in una clinica austriaca fondata oltre un secolo fa da un dottor Mayr

who, based on my reading, attributed every common physical complaint, from heart disease to looking ugly, to digestive problems. Relief from such conditions was possible, Mayr insisted, only through strict adherence to a regimen of rigorous expurgation, zealous deprivation and relentless calm.

Il racconto prosegue con la descrizione del regime dietetico molto ristretto seguito dalla clinica, gli incontri con i medici, i test diagnostici ricevuti, tra cui uno che inequivocabilmente dimostra che la sua passione per i dolci

was caused by a fungal infection in my gut. The microorganisms of the infection, she explained, lived on sweets, and I was feeding them constantly. “We have to starve it out,” the doctor said, of the thing growing inside me. “You know what it means: No sweets. No yeast.” I would also have to take medication. I was staggered. What I had believed was my own preference was apparently the insatiable appetite of a foreign invader. “What would cause this?” I asked. The doctor believed I had had this infection “for a very long time”; perhaps it grew out of an antibiotic I took at some point in childhood, she said. She was “absolutely astonished,” that my body had not been further ravaged.

Al ritorno, l’autrice rimette in ordine i suoi pensieri, e conclude che sì, quella dei dolci è una passione magari pericolosa, ma che le consente di vivere una vita piacevole.

But it appears that preserving this trait I don’t like about myself is the only way for me to retain the attributes I do like: good humor, a generally even-keeled disposition, the ever-present sense that I am on the brink of a pleasant surprise. Maybe if I gave it up I would live longer — but what would I do with the time?

Ah, una annotazione finale: da parecchio tempo è stata notata una relazione non chiara tra il microbioma intestinale (non solo i funghi accusati dal test diagnostico subito) e il rischio di sviluppare il diabete. Quasi contemporaneamente alla pubblicazione dell’articolo sul NYT Magazine sono stati pubblicati su Nature Microbiology due articoli che suggeriscono che il pantotenato prodotto dal batterio Bacteroides vulgatus induce la secrezione dell’ormone GLP-1. Sì, quello la cui azione è imitata da Ozempic e similari. Ne parla anche Eric Topol sul suo SubStack Ground Truths“How Our Gut Microbiome Can Drive Sugar Cravings”.


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