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Come la Prima Guerra Mondiale ha cambiato le arti

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Un articolo su History Today esplora i profondi cambiamenti che la Prima Guerra Mondiale ha portato alle arti in diversi settori, analizzando come il conflitto abbia influenzato movimenti artistici, musica, letteratura e l’accesso alle arti per le masse.

Impatto sulle arti visive e i movimenti artistici

L’autore Mark Polizzotti (Head of Publications at the Metropolitan Museum of Art) sottolinea come la guerra sia spesso associata all’ascesa del modernismo, un movimento estetico e morale che ha scosso la sensibilità dell’epoca. Movimenti come il Dadaismo e il Surrealismo sono strettamente legati al conflitto. Il Dadaismo, nato durante la guerra, si esprimeva attraverso un nichilismo radicale, gridando il “nulla” nei suoi manifesti. Tuttavia, la guerra non ha creato questi sentimenti, ma ha piuttosto dato spazio e legittimità a tali idee già in fermento.

La guerra ha accelerato l’accettazione dell’impermanenza nell’arte. Polizzotti cita come esempio i ready-made di Marcel Duchamp, molti dei quali sono ora conosciuti solo attraverso repliche, poiché gli originali sono stati distrutti o persi. Il senso di transitorietà, la mancanza di durabilità artistica, è un tema che si è poi manifestato nell’arte concettuale e nella performance art del dopoguerra.

Democratizzazione delle arti

Emma West (Honorary Research Fellow, University of Birmingham) discute il movimento per portare le arti nelle comunità locali nel Regno Unito. Subito dopo la guerra, la Arts League of Service (ALS), fondata nel 1919, si è posta l’obiettivo di diffondere le arti anche nelle zone rurali. Questa iniziativa rifletteva un sentimento più ampio di “ricostruzione del mondo” dopo il conflitto. Gli artisti, attraverso spettacoli teatrali e mostre d’arte itineranti, si impegnavano a rendere la cultura accessibile a tutti, non solo a chi viveva nelle città. Il periodo post-bellico ha visto una forte ideologizzazione dell’arte come strumento di cambiamento sociale, gettando le basi per il finanziamento statale delle arti, che sarebbe diventato più stabile con la nascita del Consiglio delle Arti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Trasformazione della musica

Jonathan Wipplinger (Associate professor, University of Wisconsin-Milwaukee) esplora l’impatto della guerra sulla musica, concentrandosi in particolare sulla diffusione del jazz e della cultura musicale americana in Europa. La migrazione di musicisti afroamericani in Europa, in particolare le esibizioni dei Harlem Hellfighters di James Reese Europe, ha trasformato la scena musicale del continente. Il jazz, associato alla cultura giovanile e popolare, ha sconvolto le norme tradizionali, portando a reazioni politiche in Paesi come la Germania, dove si è tentato di censurare certe forme di musica “degenerata” come parte di un più ampio dibattito sull’identità nazionale e il razzismo. Questa crescente influenza del jazz ha contribuito all’ascesa di generi musicali come il rock ‘n’ roll negli anni ‘50 e l’hip hop negli anni ’80.

Nuove prospettive nella letteratura di guerra

Ann-Marie Einhaus (Associate Professor of Modern and Contemporary Literature, Northumbria University) analizza l’impatto del conflitto sulla letteratura, con un focus particolare sul mondo anglofono. La Prima Guerra Mondiale è spesso definita una “guerra letteraria”, poiché ha ispirato un’enorme produzione di poesie e racconti da parte di autori di vari contesti sociali. L’opera di autori come Siegfried Sassoon e Wilfred Owen ha riformulato l’immagine della guerra, spostandosi dal tradizionale eroismo celebrativo, tipico di poeti come Tennyson, verso una visione più disillusa e critica del conflitto. Tuttavia, la percezione della letteratura di guerra post-1918 come puramente anti-bellica non è del tutto accurata: esistevano anche narrazioni precedenti, come “Guerra e pace” di Tolstoj, che non glorificavano la guerra, e non tutti gli autori successivi l’hanno condannata.


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