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Crescita demografica e istruzione femminile

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A cura di @Gattone (modificato).

Un articolo di Giancarlo Sturloni pubblicato su l’Espresso nel 2014 affronta il tema della crescita demografica che secondo un articolo dello statistico Adrian Raftery pubblicato su Science avrà luogo nel corso di questo secolo.

Le conseguenze, come spiega il giornalista Alan Weisman, potrebbero essere pesanti.

Racconta Weisman: «L’Accademia nazionale delle scienze statunitense afferma che per ogni grado in più nella temperatura globale i raccolti di grano caleranno del 10 per cento, proprio quando avremo bisogno di più cibo che mai per nutrire una popolazione in crescita. Gli scienziati che lavorano nei laboratori dove nacque la Rivoluzione verde mi hanno spiegato che nei prossimi cinquant’anni dovremo produrre più cibo di quanto ne abbiamo consumato nell’intera storia dell’umanità. E nemmeno loro sanno come potremo riuscirci.

Sturloni spiega inoltre che questo squilibrio potrebbe intensificare i conflitti per il possesso delle risorse, soprattutto nelle regioni povere del pianeta.

Mentre infatti nei Paesi a economia avanzata i tassi di natalità sono da tempo in calo ,oggi a premere sull’acceleratore demografico è soprattutto l’Africa sub-sahariana, dove la popolazione rischia di passare dal miliardo odierno a tre o addirittura a cinque nel 2100. Nella sola Nigeria, la nazione più popolosa del continente, al ritmo di sei figli per donna gli abitanti saliranno da 200 milioni a 900 milioni, quasi il doppio dei cittadini dell’Unione europea. Nessuno sa come potranno essere sfamati.

La speranza suggerita dall’articolo è  facilitare l’accesso ai contraccettivi e garantire alle donne un’effettiva libertà di scelta.

Ovunque le donne possono scegliere liberamente quanti figli mettere al mondo, il tasso di natalità diminuisce. E questa libertà, a sua volta, è garantita dall’accesso all’istruzione.

Immagine da Wikimedia.


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