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Crisi libica: tra tentativi di mediazione e conflitto aperto

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Su segnalazione di @pakokanellos.

La Libia è oggi un paese diviso in due. Da una parte le milizie islamiste, legate alla Fratellanza musulmana, controllano la maggior parte della Tripolitania e dell’ovest. Dall’altra, le forze del generale Haftar mantengono le loro posizioni in diverse zone dell’est e assediano da settimane la città di Bengasi.

A contribuire all’instabilità libica si aggiunge la penetrazione di milizie jihadiste, che in alcune zone della Cirenaica si sono legate all’Isis. L’intervento di attori regionali nel contesto libico è uno dei fattori principali nella polarizzazione tra i due fronti. In questo contesto di caos, la posizione dell’Italia si basa sull’interesse a una mediazione tra i diversi gruppi e un accordo politico tra le parti come pre-condizione per una eventuale azione di peace-keeping. Ciò si spiega anche in ragione del timore che una situazione di totale collasso della struttura statale possa portare alla crescita di movimenti jihadisti e danneggiarne gli interessi economici in Tripolitania e in Cirenaica.

L’articolo è in PDF e si trova in fondo a questa introduzione tratta dal sito ispionline.

Immagine da Wikipedia.

 


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