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Dickens, tra scienza e mito [EN+IT]

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Un articolo pubblicato sul Guardian parla della mostra che fino all’11 novembre 2018 sarà possibile visitare presso il Charles Dickens Museum di Londra, intitolata “Charles Dickens: Man of Science”. L’esposizione è stata infatti allestita in ricordo di una particolare passione, spesso sottovalutata, se non addirittura negata, del grande scrittore inglese inventore del romanzo sociale: quella per la scienza. Si potranno quindi visionare, tra le altre cose, le trasparenti figure spettrali, alcune delle quali raffiguranti le incisioni che accompagnano il lettore nella novella The Haunted Man, prodotte tramite una tecnica illusoria, inventata nel XVI secolo dall’alchimista italiano Giovanni Battista Della Porta e oggi chiamata Pepper’s Ghost, di cui sovente si servivano gli spiritisti per accreditarsi presso quanti assistevano alle loro sedute spiritiche – tecnica che John Henry Pepper, che la ripropose, e il padre di Oliver Twist divulgarono per aiutare a smascherare proprio i trucchi alla base di alcuni esperimenti medianici che venivano perpetrati dai tanti imbroglioni di cui pullulava l’Inghilterra vittoriana -; oppure ammirare il pupazzetto di cera modellato a immagine di uno dei personaggi più curiosi de Il Circolo Pickwick: Joe, ragazzo in sovrappeso, sempre affamato e sonnolente, le cui insane caratteristiche fisiche e comportamentali verranno scientificamente riscontrate in soggetti di cui si accerterà poi essere affetti da una particolare patologia che i ricercatori registreranno sotto il nome di Sindrome di Pickwick.

In the opening paragraph of his novel Bleak House, Charles Dickens envisages meeting “a Megalosaurus, forty feet long or so, waddling like an elephantine lizard up Holborn Hill”. It is a startling image, one that depicts Victorian London as a place of mud, corruption and disease. Prehistoric concerns and scientific interests are not normally connected with this author, who is known best for his depictions of social injustice, eccentric characters and occasional bouts of sentimentality. Indeed, Dickens is generally thought today to have been suspicious of science.

Un altro articolo pubblicato sulla rivista Vanilla Magazine ripercorre la storia alla base della stesura di uno dei più grandi successi letterari di Charles Dickens: “A Christmas Carol”, in Italia edito con il titolo di “Canto di Natale”.

Canto di Natale di Charles Dickens è uno dei racconti più celebri della storia, in grado di mettere d’accordo critici e lettori in un unanime apprezzamento per una grande opera. Ma da dove nasce questa celebre storia? Nell’autunno del 1843 Dickens era già uno scrittore famoso, nonostante avesse solo 31 anni. Aveva pubblicato le storie The Posthumous Papers of the Pickwick Club e Oliver Twist, entrambe uscite a capitoli, con tirature di decine di migliaia di copie ognuna. L’ultima storia a puntate però, intitolata Martin Chuzzlewit, non stava ottenendo il successo desiderato, e persino gli editori Chapman&Hall ridussero lo stipendio di 50 sterline dell’autore.

A Camperdown Cemetery, sito in Church Street, a Newtown, un sobborgo di Sydney, riposano, dal 1886, i resti di Eliza Emily Donnithorne, una donna dell’alta società originaria del Sudafrica. Una delle tante leggende locali narra che Eliza, mollata in punto di nozze dal suo promesso sposo, non si sia mai più svestita da allora dell’abito da sposa, né abbia mai pensato, fino alla fine dei suoi giorni, di togliere gli addobbi allestiti nella sua aristocratica dimora in occasione di quelle nozze che non furono mai celebrate. Non si sa però se dopo quel sogno infranto abbia mai preso sotto la sua protezione – come Miss Havisham, la vecchia zitella di Grandi Speranze, altro capolavoro dickensiano – belle fanciulle per poi farne strumento di tortura ai danni di qualche giovane, come il piccolo Pip, e vendicarsi così, simbolicamente, del torto subito da quell’ “indegno” rappresentante del genere umano che l’aveva tanto ferita. Di questa curiosa coincidenza tra la leggenda di Eliza Emily Donnithorne e il personaggio di Miss Havisham, e di una statua dedicata a Charles Dickens ritrovata, ma senza testa, dopo anni di intense ricerche, parla un articolo pubblicato sul Guardian nel febbraio scorso, in occasione del 206esimo anniversario della nascita del grande scrittore britannico.

Under the dirt in St Stephen’s Anglican churchyard in Newtown, a suburb in Sydney’s inner west, lies the remains of Eliza Emily Donnithorne: one of the most storied characters of the suburb’s colourful past. According to some versions of the tragic tale, Donnithorne was 30 when the love of her life proposed. As she was a member of the city’s social elite, her wedding in 1856 was to be a gala attended by hundreds – but her fiance never showed up. Heartbroken but headstrong, Miss Donnithorne demanded that the banquet and the house remain ready for his arrival. The table stayed set for a party, the door remained opened, and for three decades she waited. She died in 1886, still in her wedding dress.

Immagine da Public Domain Pictures.


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