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Dobbiamo essere ottimisti o pessimisti?

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Un articolo pubblicato su Rivista Studio parla di due libri, simili per il tema trattato ma opposti quanto ad analisi e conclusioni: Enlightenment Now, di Steven Pinker, e L’età della rabbia, di Pankaj Mishra. Il primo giudicato eccessivamente ottimista, il secondo, al contrario, estremamente pessimista:

I due libri sono Enlightenment Now (Viking, 556 pagine) di Steven Pinker e L’età della rabbia (Mondadori, 348 pagine) di Pankaj Mishra. Sono due saggi a tesi opposta, il primo incorreggibilmente fiducioso e il secondo irriducibilmente catastrofista, entrambi dogmatici, entrambi esercizi di maestria intellettuale da far girare la testa.

Uno spiega che in realtà le cose vanno benissimo, l’altro si concentra sulle contraddizioni del progresso. Letti insieme i due libri funzionano bene perché fanno vacillare le convinzioni sia degli ottimisti sia dei pessimisti; sono come quegli smartphone di ultima generazione che grazie alla doppia fotocamera mettono meglio a fuoco il ritratto del nostro tempo. Pinker fa risalire la fede nel progresso all’Illuminismo, Mishra ricorda che anche allora c’era chi metteva in guardia sui costi del progresso. Gli eroi intellettuali dei due saggisti non possono essere ideologicamente più distanti: per Pinker è Voltaire, per Mishra è Rousseau. Enlightenment Now è un manifesto della ragione, della scienza e dell’umanesimo, mentre per L’età della rabbia la promessa illuminista di un avvenire di giustizia, uguaglianza e prosperità è soltanto un’illusione, se non un inganno.

Immagine da Wikimedia.


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