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Estraneazione familiare. Quando i figli adulti rifiutano i genitori

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Un articolo di Nicola Boccola sull’Atlante Treccani parla della alienazione familiare che si crea quando le persone si allontanano dai genitori o dai fratelli.

Siamo abituati a pensare al ghosting come modalità superficiale per sfuggire a un rapporto di coppia, semplicemente scomparendo; quando però un giovane adulto taglia i ponti a lungo termine con genitori o familiari stretti, come avviene nell’estraneazione familiare, la vicenda diventa non di rado drammatica. I rapporti tra germani sono quelli più duraturi in una vita media, ma ben una volta su due esitano in litigi al momento della gestione dei genitori anziani e della loro eredità economica, come sottolineato nel testo Caino contro Caino della sociologa Raffaella Viola (Alpes, 2020): si tratta per l’autrice del grande rimosso della psicoanalisi novecentesca, Sigmund Freud aveva infatti del tutto tralasciato l’analisi delle precoci relazioni orizzontali condizionando la ricerca futura (e forse la società attuale). Soldi spesso associati a potere e sicurezza, ma che in altre circostanze diventano compensazione per meriti, analgesici o mezzi di vendetta.

Il fenomeno del taglio relazionale ed emotivo coi genitori sembra in notevole aumento.

Il più delle volte tuttavia il taglio emotivo e relazionale riguarda i genitori: malgrado la ricerca non abbia fornito ancora dati incontrovertibili, studiosi della psicologia e della sociologia sono d’accordo sul vertiginoso aumento del fenomeno nelle società occidentali, particolarmente in seguito all’emergenza Covid. Karl Andrew Pillemer, il docente della Cornell University che ha dedicato una recente monografia al tema, sostiene che si è nell’ordine di una famiglia interessata dal fenomeno su cinque, arrivando ad affermare che «siamo nel corso di un’epidemia di fratture familiari».

Scelte di questo tipo hanno conseguenze sia sui soggetti attivi che su quelli passivi coinvolti nello strappo e nella separazione.

L’impatto personale per i protagonisti, attivi e passivi, può essere doloroso: Pillemer mette in risalto che, accanto al senso di libertà e in alcuni casi ai benefici sulla salute mentale per gli estranianti, non sono rari stress e sentimenti di instabilità e umiliazione, che si acuiscono particolarmente nei giorni di festa (e durante i recenti lockdown). Sensi di colpa, vergogna e perdita sono invece frequenti nei rifiutati, particolarmente quando arrivano nipoti che non incontreranno i nonni o gli zii. Sarebbe da evitare che queste persone ferite fossero anche stigmatizzate: informazioni e consapevolezza cominciano a diffondersi, così come i primi gruppi di supporto sui social network.


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