Un articolo di Aaron Reich sul Jerusalem post racconta di un quadro del pittore barese Giovanni Gasparro pubblicato sul suo profilo Facebook lo scorso 24 marzo (festa del beato Simonino) un quadro ritraente il martirio di un bambino che, secondo una tradizione ancora forte tra gli integristi tradizionalisti, sarebbe stato ucciso da alcuni ebrei del XV secolo nella Trento del principe-vescovo von Hinderbach. Tra le altre cose, l’opera ha suscitato la reazione del dottor Shimon Samuels del Simon Wiesenthal Center di Los Angeles, organizzazione che difende la memoria dell’Olocausto. Samuels ha scritto in proposito al Cardinale vescovo dei Santi Giuda e Taddeo, monsignor Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede:
The Second Vatican Council acted to forbid the veneration of Simon of Trent, in order to combat antisemitism in the Church. Nostra Aetate also began a long sought healing relationship between Christianity and Judaism […] The work of Gasparro is apparently welcomed in Italian churches, but this painting clearly foments scapegoating in a climate of recurrent fake news, thereby undermining Vatican policy, and should receive a forthright public condemnation.
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