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Giro di vite social sull’ISIS

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La batosta è stata programmata. Un’azione congiunta, tra il 21 e il 24 novembre, coordinata dal quartier generale dell’Europol all’Aia insieme a 9 servizi online, tra cui Google, Files.fm, Twitter, Instagram e Telegram. Obiettivo: riportare alle piattaforme una montagna di segnalazioni sulla propaganda dello Stato Islamico (o ISIS), raccolte dall’unità specializzata nell’investigare contenuti su internet (la Internet Referral Unit): video, pubblicazioni, account sui social media. Le due giornate hanno portato in tutto alla segnalazione di oltre 26mila contenuti, ma anche account e canali, a sostegno del’ISIS, che poi i vari servizi online hanno valutato in base ai propri termini di servizio ed eventualmente rimosso.Una parte consistente di queste segnalazioni, spiega sempre in vari comunicati l’Europol, l’agenzia Ue di contrasto al crimine, ha riguardato proprio materiali, account, gruppi e canali su Telegram.

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