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I 50 anni di The Dark Side of the Moon

I 50 anni di The Dark Side of the Moon

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Su Doppiozero Corrado Antonini celebra il cinquantesimo anniversario di The Dark Side of the Moon, l’ottavo album dei Pink Floyd pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti il 1° marzo del 1973.

Fa sempre un certo effetto ripeterlo: settecento e più settimane consecutive nella classifica dei duecento dischi più venduti di Billboard. Dal 1973 al 1988, quindici anni, suppergiù. Un primato che ha dell’incredibile, sottolineato non solo in virtù della sua esorbitanza, ma anche perché rappresenta uno degli ossimori più vistosi del pop, genere che di regola viene confezionato con una data di scadenza un passo oltre l’immediato. Mi sono chiesto cosa potesse essere successo nel 1988 perché il disco uscisse infine dalle classifiche di vendita.

Molte cose, a ben vedere, ma siccome di mezzo ci sono i Pink Floyd e un disco che aveva l’ambizione di raccontare l’alienazione, la follia e la paura della morte, è suggestivo notare, anche soltanto in chiave aneddotica, che quell’anno sui banchi delle farmacie americane apparve un antidepressivo come il Prozac, la pillola della felicità, e che, per somma di circostanze, le classifiche di vendita dei dischi furono scalate, a livello planetario, da un motivetto ch’era impossibile non fischiettare, a immagine dei sette nani, andando al lavoro, Don’t Worry Be Happy di Bobby McFerrin.


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