Su suggerimento di @Yoghi.
Un articolo sulla Stampa parla di un progetto studiato dal CET, il cui presidente è Giulio Mogol. Questo progetto, complesso ma fattibile, mira a utilizzare milioni e milioni di ettari di terreni non coltivati appartenenti ai vari Paesi africani che si affacciano al Mediterraneo per trasformarli in orti e frutteti biologici.
I problemi da affrontare sono: l’istituzione di contratti tra l’Europa e i Paesi africani, la costruzione di laghi artificiali e di impianti di desalinizzazione, messa in campo di corsi di formazione per giovani laureati italiani che seguiranno il lavoro dei migranti, realizzazione di costruzioni di case in legno, creazione di centri di allevamento bovino, definizione degli accordi tra i migranti e i Paesi ospitanti, nonché tra le grandi società agricole europee e l’Unione Europea per la fondazione di una grande società per azioni che si potrebbe essere chiamata African Agricolture (A2).
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