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Il falso mito di Egomnia

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Su suggerimento di@Carlj91.

Matteo Achilli, 24 anni, bocconiano, a prima vista sembrava un ragazzo in forte ascesa. Tanto era incensato dai media per la sua creatura, Egomnia (una piattaforma per la ricerca e l’offerta di lavoro), che nel 2012 arrivò alla copertina di Panorama Economy come “lo Zuckerberg italiano”.

Non solo: nel 2014 la Bbc lo incluse nel documentario The next billionaires e nel 2015 Business Insider lo indicò come il terzo under 30 più potente al mondo.

Una strada spianata verso la crescita se non che, non solo le collaborazioni con le grandi aziende sono inesistenti o precarie, come indica Wired, ma il bilancio e la visura camerale depositata alla Camera di Commercio descrivono una posizione tutt’altro che rosea e ottimistica, a fronte del valore di “un miliardo” della narrazione “ufficiale”.

Achilli ha iniziato ad essere bersagliato tra gli addetti ai lavori da quando il 6 aprile 2017 è uscito il film “The Start Up”, oltre all’omonimo romanzo da Rizzoli, che raccontano la storia di un successo che non trova un riscontro nei numeri.

Il caso ha quindi alimentato il dibattito su una stampa nazionale incapace di valutare in maniera effettiva il potenziale di un’emergente e che spesso sposa il fenomeno del successo economico a dispetto di una concreta analisi tecnica.

 

Immagine da pixabay.


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