Su suggerimento di @francisco quintay e @NedCuttle21(Ulm)
In un articolo pubblicato su Rivista Studio, Anna Momigliano parla del dibattito in corso tra gli intellettuali conservatori statunitensi.
I conservatori americani, che sono dotati di un solido apparato accademico ed ideologico […] hanno sempre avuto al loro interno due anime: da un lato il conservatorismo sociale, la destra dei valori della famiglia, pro-life, e anti-femminista; dall’altro il liberalismo economico, favorevole al libero mercato e allo small government, contrario alla spesa per il sociale e ai dazi. Per decenni queste due anime sono convissute senza troppi ostacoli, a parte qualche screzio…
Le elezioni del 2016 hanno dimostrato che molti americani sono «alla destra dei Democratici sui valori sociali e alla sinistra dei Repubblicani sull’economia». Il punto non è Trump, che peraltro molte promesse a favore della working class non le ha mantenute: «Il dibattito attuale riguarda qualcosa di più grande e più a lungo termine». Per i conservatori sociali, è «arrivato il momento di avanzare anziché ritirarsi» mentre i conservatori liberisti «sono dei generali senza esercito».
— Immagine da Flickr
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