un sito di notizie, fatto dai commentatori

Il male che mi hanno fatto le parole di Concita De Gregorio

0 commenti

Su Valigia Blu Deborah Righettoni commenta l’articolo di Concita De Gregorio sugli influencer tedeschi che in una struttura di Viggiù hanno gravemente danneggiato una statua di Enrico Butti.

L’altro giorno a Campomarino, in Puglia, è arrivata una famiglia composta da padre, madre e bimbo di cinque o sei anni. Lo guardo perché non capisco se è un maschio o una femmina, ha i capelli biondi e lunghi e i lineamenti delicati. Sua madre mi fulmina e io ci metto un po’ a capire che lo fa perché suo figlio è un bambino con autismo. Mentre il marito gioca con il bambino, lei rimane di vedetta a controllare se qualcuno guarda troppo il figlio o se i suoi versi possano infastidire i vicini. Nessuno ci fa caso, è solo un bambino che gioca. 

Due giorni prima agli Alimini assisto a una scena preziosa. Un ragazzino urla al suo amico che gli ha tirato una pallonata in faccia “mongoloide di merda”. Non faccio in tempo a chiedermi se sia tornata di moda la parola “mongoloide” che vedo la madre del ragazzino alzarsi dalla sdraio, prenderlo per un braccio e urlargli: “Ti rendi conto di quello che hai detto? Sai cosa vuol dire? Adesso vieni con me e te lo spiego”. Ho pensato che i tempi stessero cambiando in meglio se una madre sgrida un figlio per un insulto abilista o se un bambino con autismo non viene fissato.

 

 

 

 


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.