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Il momento dei Verdi (in Germania)

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È decisamente il momento dei Verdi, in Germania. Due giorni fa persino l’arcigna Corte Costituzionale, quella che stava per bloccare il Recovery Fund, ha emesso una sentenza che in molti considerano una vittoria culturale dei movimenti ambientalisti. Il giorno prima lo Spiegel aveva pubblicato i risultati del sondaggio settimanale secondo cui la CDU, il partito di Angela Merkel, era data 6 punti dietro ai Verdi su base nazionale. Anche gli osservatori più scettici sulla solidità dei nuovi consensi concordano che per il momento gran parte del merito va alla candidata cancelliera del partito: Annalena Baerbock.

Ormai da due anni la leadership del partito – composta da Baerbock e dall’intellettuale Robert Habeck – sta provando a usare un linguaggio più inclusivo e meno accusatorio, per esempio con chi possiede più di una macchina o nei confronti delle moltissime persone che ancora lavorano nelle centrali a carbone tedesche. Da qualche tempo ha introdotto nei suoi discorsi anche il concetto di heimat, un termine traducibile un po’ grossolanamente con “patria” e che fino a poco fa era patrimonio esclusivo dell’estrema destra.

Il successo di questa strategia è merito anche di Baerbock. L’Economist scrive che Baerbock «riesce a padroneggiare i dettagli e adottare un atteggiamento assertivo, usando allo stesso tempo un tono di rassicurante centrismo». Ulrich Schulte, giornalista politico del quotidiano Die Tageszeitung e autore di un libro sui Verdi tedeschi, l’ha paragonata a Hermione Granger della saga di Harry Potter.

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