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Il realismo aiuta a comprendere la guerra in Ucraina?

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In una lunga intervista su The New Yorker, John Mearsheimer (politologo capo scuola del filone realista delle relazioni internazionali) espone la sua posizione sulla guerra Russia/Ucraina.

Mearsheimer non crede ad una narrazione che si concentra sull’«imperialismo russo»: secondo il politologo Putin non vuole ricreare l’Unione Sovietica e gli obiettivi sarebbero limitati a quattro oblast russofoni dell’est ed a bloccare qualsiasi avvicinamento — formale o meno — dell’Ucraina alla NATO.

C’è stata una discussione su quali fossero gli obiettivi di Putin, se fossero principalmente imperiali – prendere più terra e integrarla in Russia – o se riguardassero l’espansione della NATO. E poi inizia la guerra e, almeno nelle zone che ha conquistato, sembra perseguire il primo obiettivo. Sembra un po ‘indimostrabile dire, beh, lo sta facendo solo ora, non perché le persone che lo dicevano inizialmente avevano ragione.

Bene, prima di tutto, non ci sono prove che avesse ambizioni imperiali prima della guerra. Avrebbe dovuto dire che era desiderabile. Dovrebbero esserci prove che abbia affermato che era auspicabile conquistare l’Ucraina e incorporarla alla Russia. Dovrebbero esserci prove che avesse detto che era fattibile. E ci dovrebbero essere prove che aveva detto che era quello che stava facendo. E non ci sono prove a sostegno di nessuno di queste ipotesi.

L’intervista tocca anche altri punti. Sulla minaccia nucleare Mearsheimer ritiene che non sia un rischio da trascurare e loda le azioni dell’amministrazione Biden che hanno evitato il peggio, non mettendo la Russia in un angolo. Da un punto di vista tattico, Mearsheimer pensa che un utilizzo degli ordigni nucleari potrebbe avvenire in sue casi: se la Russia dovesse essere sconfitta in Ucraina (l’Ucraina non potrebbe fare rappresaglie, non avendo un arsenale nucleare; gli altri stati non rischierebbero la guerra atomica per l’Ucraina) o se il conflitto di allargasse e gli Stati Uniti dovessero intervenire direttamente.

In un lungo thread su twitter Kamil Galeev critica alcuni punti della posizione di Mearsheimer, che sostanzialmente nega la volontà di Putin di annettere alla Russia (in tutto o in parte) l’Ucraina.

Mearsheimer nega che Putin abbia alcuna intenzione di conquistare l’Ucraina prima di questa guerra. Cita persino l’articolo di Putin del luglio 2021 come prova del fatto che Putin “riconosce la sovranità ucraina”. Questa è una rappresentazione altamente imprecisa del suo contenuto. Putin ha sostenuto che i confini moderni dell’Ucraina sono illegittimi. Avevano più territorio in uscita dall’URSS nel 1991 di quanto ne avessero aderito nel 1922. La giustizia richiederebbe all’Ucraina di cedere tutto [alla Russia] Contrariamente a quanto afferma Mearsheimer, non c’è stata un’improvvisa inversione di marcia nella mentalità o nelle azioni di Putin nel 2022. Al contrario, vediamo una politica molto coerente basata sulla sua profonda convinzione che i confini ucraini siano ingiusti.


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