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Il TAR blocca il super telescopio veneto dell’Agenzia Spaziale Europea

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Bruno Gaetani su Open parala del telescopio dell’Agenzia Spaziale Europa in Sicilia. I lavori sono stati interrotti a causa di un ricorso al TAR regionale.


Il 6 settembre doveva aver luogo la cerimonia della posa della prima pietra dell’Osservatorio che dovrebbe ospitare il primo telescopio Flyeye dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA).
L’inaugurazione è saltata perché il giorno prima il TAR della Sicilia, con decreto, ha sospeso i lavori fino alla prossima udienza del 24 settembre. Lo stop è dovuto a causa di un ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste (Club Alpino Italiano, Gre, Italianostra, Lega Ambiente Sicilia, Lipu e Wwf) contrarie alla realizzazione dell’opera, adducendo mancanza di alcune autorizzazioni, ma soprattutto per la location prevista, all’interno del Parco protetto delle Madonie.

Si ferma, almeno per ora, la costruzione del super telescopio dell’Agenzia spaziale europea sul monte Mufara, in Sicilia. La struttura, dal costo totale di 12 milioni di euro, è soltanto il primo pezzo di un puzzle ben più grande, ossia il «sistema di difesa planetaria» a cui sta lavorando l’Esa e che servirà a proteggere la Terra da asteroidi, comete e altri impatti con la “spazzatura” dello spazio. Gli altri telescopi della rete dovrebbero essere costruiti a Matera, in Basilicata, ma anche in Australia, Argentina e Messico. Ma perché i lavori in Sicilia hanno subìto una battuta d’arresto? Perché a intervenire a gamba tesa è il Tar della Sicilia, che con un decreto ha ordinato lo stop ai lavori accogliendo l’istanza di alcune associazioni ambientaliste e richiedendo l’acquisizione di una serie di documenti e autorizzazioni.


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