A cura di @NedCuttle21(Ulm).
In un articolo pubblicato su Il Tascabile, l’etologo Enrico Alleva descrive le abitudini dei rapaci notturni che popolano i nostri parchi e giardini – dal tipo di volo alle tecniche di caccia – e spiega l’importanza dei pipistrelli nella regolazione dell’ecologia urbana. Il pezzo si chiude con la descrizione di un particolare strumento, il bat-detector, e con una critica di quell’ansia securitaria che negli ultimi anni ha fatto sì che tanti parchi e giardini pubblici venissero recintati e perciò resi inaccessibili dopo il tramonto, ostacolando in tal modo la cosiddetta citizen science.
I piccoli parchi urbani, di notte, si trasformano in palestre e zone di caccia. Nei giardini pubblici più grandi e più alberati avvengono attività venatorie affascinanti, a saperle osservare. L’orario migliore è subito dopo il tramonto o subito prima dell’alba, quando i rapaci notturni si appostano, immobili, sui loro roosting place, i punti di posta: rami di albero, cornicioni, davanzali o pali della luce, muretti, fili elettrici ben tesi – questi ultimi i preferiti da civette e allocchi. Lì i rapaci restano fermi per un po’ – qualche minuto, fino a 5-6 per gli allocchi, ma la durata varia in base alla specie, alla tecnica di caccia e alla disponibilità delle prede.
Immagine di apertura via Pixabay.
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