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Indagini a Verona sul settore accoglienza: indagato Fresco, presidente della Virtus Verona

Indagini a Verona sul settore accoglienza: indagato Fresco, presidente della Virtus Verona

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Del 5 Novembre la notizia seguente che Telearena mette in apertura del suo telegiornale, a partire dal minuto 3:04:

Dal Veronasera:

È partita nella mattinata di venerdì l’esecuzione del decreto di sequestro preventivo «per equivalente» di oltre 12 milioni di euro da parte del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Verona, al termine delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica scaligera nel settore degli appalti pubblici.
Il provvedimento è stato disposto dal Gip del Tribunale di Verona, Raffaele Ferraro, su richiesta del Sostituto Procuratore Maria Diletta Schiaffino, emesso nei confronti di una società della provincia che opera nel settore sportivo e del suo legale rappresentante, un imprenditore 60enne residente a Verona, il quale risulta indagato per i reati di truffa aggravata nei confronti di un ente pubblico (la Prefettura di Verona), falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e turbata libertà degli incanti . Si tratta del presidente-allenatore della Virtus Verona Gigi Fresco, che risulta dunque indagato.

L’Arena riporterebbe anche un piccolo estratto dell’ordinanza, che recita:

La Virtusvecomp «risultava aver violato gli obblighi di tracciabilità sotto molteplici profili, avendo fatto ricorso all’impiego dei conti correnti dedicati alla commessa pubblica per il pagamento di spese promiscue, tali da non consentire di quantificare con certezza quali risorse economiche siano state effettivamente destinate alle attività caratteristiche (calcio) piuttosto che alle attività di accoglienza».

Le indagini sono durate due anni e avrebbero preso in esame il trienno che va dal 2016 al 2018 e avrebbero appurato quanto segue, sempre dal Veronasera:

[…] le Fiamme Gialle scaligere avrebbero appurato che a fronte della «comprovata esperienza in ambito SPRAR (ndr, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) o in progetti di accoglienza similari destinati ai richiedenti protezione internazionale», condizione necessaria richiesta dal bando di gara, la società avrebbe attestato, senza tuttavia documentarne la circostanza, di essersi impegnata nel tempo nell’inserimento sociale degli immigrati attraverso attività svolte a favore di giovani profughi provenienti dall’Albania nel 1989 e dalla ex Jugoslavia negli anni 1991-1995, quando invece sarebbe stata costituita nel settembre del 2000.

Un altro articolo del Veronasera di oggi, Domenica 7 Novembre, aggiunge a queste accuse anche quella di autoriciclaggio: sarebbero infatti stati usati i finanziamenti del bando per sostenere la squadra di calcio.

Il presidente Fresco, su l’Arena, su questo aspetto commenta in questa maniera:

«noi abbiamo partecipato ai bandi indetti dalla prefettura e siamo stati accettati. Se qualcosa non funzionava l’avrebbero scoperto, o no? Ci contestano ora di aver fornito documentazione insufficiente, ma come? Non se n’è accorta la prefettura? Ci dicono che nel nostro statuto non era contemplata l’accoglienza. A parte che non immaginavo che lo statuto di un’associazione fosse così importante, ma se ne dovevano accorgere in prefettura, o no?» […] Hanno contestato anche il personale, dicendo che dicevamo che ne avevamo in più rispetto a quello reale, ma noi assumevamo a seconda delle persone che ci venivano assegnate. Come le case, la prefettura non sa che a volte indicavamo edifici e poi i proprietari degli stessi si tiravano indietro perché subivano minacce o pressioni da parte di residenti o persone importanti e quindi non ci davano più case.

Nonostante questo il Prefetto Donato Carfagna, secondo il Veronasera, dichiara:

«L’attività del Comando Provinciale della Guardia di Finanza sviluppatasi in queste ore dopo oltre due anni di indagini, dimostra la massima attenzione, condivisa in pieno dalla Prefettura di Verona, al rispetto della legalità e delle regole gestionali nel settore dell’ accoglienza dei richiedenti protezione internazionale»

Il pezzo del Veronasera prosegue affermando che

Dagli uffici di via Santa Maria Antica, sottolineano la “ferma volontà di tenere sempre alto il livello di attenzione volto al rispetto delle regole da parte dei soggetti gestori dei centri per l’accoglienza degli immigrati, comporta una capillare azione di verifica e monitoraggio sulle attività gestionali delle Società e delle Cooperative attive in provincia di Verona […]

La società calcistica Virtus Verona, per prendere le distanze dal caso, dichiara

Sui propri profili social […] “come l’oggetto dell’indagine da parte della Magistratura riguarda una società diversa e che opera in maniera autonoma rispetto alla componente calcistica. Ci preme sottolineare come la società Virtus Verona militante nel campionato di serie C sia estranea alla vicenda e non sia stata attinta da alcun provvedimento giudiziario. Le uniche attenzioni di squadra, staff tecnico e dirigenti sono rivolte alla preparazione della partita contro il Trento in programma domenica allo stadio Gavagnin Nocini”.

Avviata la procedura di revoca degli affidamenti, come riporta l’Arena

adesso il problema è il futuro delle persone assistite, [che sarebbero più di 200]. Sarà probabilmente un amministratore giudiziario nominato dal giudice a occuparsi degli oltre duecento richiedenti asilo assistiti dalla cooperativa Virtus

Intervengono anche i rappresentanti della politica con le loro dichiarazioni sul caso, sempre dal Veronasera:

il sindaco di Verona, Federico Sboarina, che ha colto l’occasione per lanciare una frecciata alla sinistra: «Se c’è un reato odioso è quello dello sperpero di denaro pubblico. La presunta truffa aggravata contestata dalla Guardia di Finanza a una società di gestione di un CAS è doppiamente odioso perché, se confermato, evidenzia il disprezzo per il bene collettivo e il sottobosco legato all’immigrazione clandestina. Solo il buonismo di sinistra si ostina a non riconoscere come il sistema nazionale dell’accoglienza abbia bisogno di una gestione efficace. Per questo ringrazio il Prefetto di Verona che invece, dopo le interdittive antimafia, ha un forte impegno per la legalità a tutti i livelli. Inaccettabile che sulla pelle dei richiedenti asilo ci siano persone che lucrano, chi scappa dalla guerra deve essere accolto degnamente. Se questo non avviene perché qualcuno mira invece a fare cassa, e per giunta è anche un ex amministratore pubblico, è ancora più inaccettabile».

[…]

Parole dure anche dai deputati veronesi Vito Comencini, Paolo Paternoster, Roberto Turri e Vania Valbusa, che sembrano già condannare il presidente-allenatore della Virtus: «Grazie all’ottimo lavoro della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Verona, scoperta una truffa sull’accoglienza migranti per oltre 12 milioni di euro e quasi 700 richiedenti asilo. A guadagnare illecitamente un imprenditore sportivo, tramite richieste di protezione internazionale. Un’ulteriore riprova di quanto sostenuto da sempre dalla Lega. Dietro il finto buonismo e la propaganda si nasconde un business dell’immigrazione che ne trae enormi vantaggi e lucra da ormai troppo tempo».

In un altro articolo del Veronasera si da spazio anche alle parole dei rappresentanti del centrosinistra:

Anche dal Partito Democratico di Verona arriva una replica piccata con una firmata dai segretari provinciale e cittadino, Maurizio Facincani e Luigi Ugoli, e dai consiglieri comunali Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, richiamano i proprio antagonisti alle loro responsabilità, senza negare i problemi legati al sistema di gestione dei profughi: «Che il sistema di gestione dei profughi e dei richiedenti asilo sia a dir poco inadeguato, lacunoso e potenzialmente criminogeno (come evidenziato dall’indagine romana su Mafia Capitale partita proprio dalla gestione dei campi profughi e costata un lunghissimo processo per corruzione al leader della destra sociale Gianni Alemanno) non lo scopriamo con la vicenda di Mimmo Lucano e nemmeno con quella di Gigi Fresco a Verona.
Sulle specifiche accuse deciderà ovviamente la magistratura, ma fin dalle prime ricostruzioni appare chiaro che soltanto un sistema fondato sull’eterna emergenza può far sì che una società sia destinataria di risorse pubbliche a fini solidaristici senza che nessuno ne verifichi i requisiti.
Eppure l’immigrazione di massa dai Paesi poveri all’Italia risale almeno agli anni Ottanta. E se la situazione della gestione del sistema dell’accoglienza è ancora tale a distanza di decenni, le responsabilità politiche hanno nomi e cognomi: si chiamano Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, che sulla cattiva gestione del fenomeno immigratorio hanno politicamente prosperato lucrando voti seminando il pericolo dell’invasione e soffiando sul fuoco del disagio sociale.
Al di là di proclami populisti come “i blocchi navali” o altre amenità simili, i vari Salvini e Meloni, assieme ai loro epigoni locali (Maschio, Peternoster, Tosato, lo stesso Sboarina) non hanno mai contribuito a risolvere neanche mezzo problema limitandosi a negare un fenomeno che è di portata mondiale e globale.


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