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International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2024

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La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e Archeo hanno inteso dal 2015 dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche attraverso un Premio annuale, assegnato in collaborazione con le testate archeologiche internazionali media partner della Borsa.

Il Premio è intitolato a Khaled al-Asaad, l’archeologo del sito archeologico di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale. Il Premio, assegnato alla scoperta archeologica prima classificata, sarà selezionato dalle 5 finaliste segnalate dai Direttori di ciascuna testata e sarà consegnato venerdì 1 novembre, in occasione della XXVI BMTA in programma a Paestum dal 31 ottobre al 3 novembre 2024.

Inoltre, sarà attribuito uno Special Award alla scoperta, tra le cinque candidate, che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico nel periodo 1 luglio – 1 ottobre sulla pagina Facebook della Borsa .

Ecco le cinque scoperte archeologiche del 2023 finaliste della 10ª edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad:

Cina nella provincia di Shaanxi la città perduta dell’Età del Bronzo: un’équipe di archeologi cinesi ha scoperto un’intera città dell’Età del Bronzo, uno dei più grandi siti della prima dinastia Shang mai scoperti e risalenti al 1600 a.C. fino al 1046 a.C. a Zhaigou, il più antico insediamento neolitico della regione, a circa 110 km a sud della città di Yulin nella provincia dello Shaanxi.

In Iraq a Lagash una “taberna” di 5mila anni fa dell’antica Mesopotamia: una zona pranzo all’aperto con panchine, un forno, contenitori per la conservazione, antichi resti di cibo e persino un frigorifero di 5.000 anni fa (denominato “zeer”, termine arabo che identifica la tecnica del vaso nel vaso per conservare bevande e alimenti) scoperti dagli archeologi dell’Università di Pisa in collaborazione con l’equipe dell’Università della Pennsylvania gli scavi iniziati nel 2019 hanno riportato alla luce quella che potrebbe essere una taberna del 2.700 a.C. presso Tell al-Hiba (l’antica Lagash), a 24 km a est della città di Shatra, nel governatorato del Dhi Qar, nel sud dell’Iraq.

Italia a Roma il Teatro di Nerone: nella corte di Palazzo Della Rovere, proprietà dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Governatore l’Ambasciatore Ludovico Visconti di Modrone) e in affitto alla catena di alberghi Four Seasons, che qui sta realizzando il suo primo hotel a Roma, i lavori per la sua costruzione hanno riportato alla luce, dopo duemila anni sottoterra, una parte del teatro di Nerone, un lussuoso edificio di epoca imperiale situato a pochi metri dal Vaticano.

A Londra nel quartiere di Southwark i resti di un mausoleo romano: l’équipe del Museum of London Archaeology (MOLA), che ha condotto lo scavo per conto di Landsec e Transport for London (TfL) nello stesso sito di “The Liberty of Southwark” dove nel febbraio 2022 sono stati rinvenuti alcuni dei mosaici romani più grandi mai trovati a Londra, ha portato alla luce il mausoleo romano più intatto mai scoperto nel Regno Unito, dove sono visibili le pareti e alcuni pavimenti interni, tra cui un suggestivo mosaico circondato da una piattaforma rialzata su cui erano poste le sepolture.

Sudan nel sito di Dongola, capitale della Makuria, dipinti murali cristiani senza precedenti per la pittura nubiana: gli archeologi Lorenzo de Lellis e Maciej Wyżgoł del Polish Centre of Mediterranean Archaeology dell’Università di Varsavia, diretto dal Prof. Artur Obłuski, hanno scoperto nel sito di Dongola (Tungul in antico nubiano, capitale della Makuria, uno dei più importanti stati africani medievali) un enigmatico complesso di stanze fatte di mattoni essiccati al sole, i cui interni erano ricoperti da scene figurative ritenute uniche per l’arte cristiana. Durante l’esplorazione di case risalenti al periodo Funj (XVI-XIX sec.) sotto il pavimento un’apertura conduceva a una piccola camera, le cui pareti erano decorate con rappresentazioni uniche (la Madonna, Cristo, una scena raffigurante un re nubiano, ancora Cristo e l’arcangelo Michele), una scena che non ha paralleli noti nella pittura nubiana.


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