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La fine della degli affitti calmierati in Argentina

La fine della degli affitti calmierati in Argentina

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Belén Fernández su El Cronista descrive la situazione del mercato immobiliare argentino in seguito alla decisione di Milei di abolire la Ley de Alquileres, la legge che regolamentava gli affitti argentini. Il Decreto di necessità e urgenza (DNU), entrato in vigore il 29 dicembre, ha annullato le disposizioni sugli affitti e ha ristabilito il codice civile come quadro normativo.

Tra i vari obblighi aboliti, quello di rispettare per uso residenziale dei canoni adeguati su base semestrale da un indice stabilito dalla Banca Centrale, una durata minima di tre anni per i contratti di locazione e quello di versare una caparra.

Secondo Ferndández, la maggiore libertà di contrattazione avrebbe aumentato la disponibilità di immobili e favorito la stipula di contratti in pesos e non più in dollari, con conseguente diminuzione dei prezzi effettivi della locazione.

«Se l’aggiornamento è mensile, indipendentemente dall’indice di aggiustamento utilizzato, i prezzi degli affitti sono ridotti dal 20% al 30%, rispetto ai valori di novembre e dicembre», ha spiegato Daniel Salaya Romera, titolare dell’omonima società immobiliare con una grande presenza nella Zona Nord.

«Se il contratto viene firmato con conguagli bimestrali, i valori diminuiscono, in media, del 15% rispetto a dicembre», ha spiegato.

Negli ultimi due mesi i prezzi hanno avuto forti distorsioni e hanno raggiunto valori storici, con un aumento medio del 40% sopra l’inflazione nel 2023, che era del 211,4%, ha riferito giovedì l’Istituto nazionale di statistica e censimento (Indec). Pertanto, a dicembre, secondo Zonaprop, per un appartamento di due stanze a Capital venivano pagati in media 345 dollari al mese.

 


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