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La Rivoluzione francese e noi

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Un articolo pubblicato su Il Tascabile ripercorre il dibattito storiografico sorto intorno alla Rivoluzione francese attraverso l’analisi delle interpretazioni più rimarchevoli e contrastanti.

Tra i tanti testi di storici di prim’ordine, in Italia i più facilmente reperibili sono esplicitamente ostili al 1789 e alle sue “derive”. Segno di una controrivoluzione in atto? Forse, ma anche evidenza che non possiamo non confrontarci ancora oggi con la Rivoluzione: basti pensare all’uscita del nostro paese, in anni recenti, del romanzo dei Wu Ming L’armata dei sonnambuli (2014), che ha rinverdito l’interpretazione radicale della repubblica giacobina, o la comparsa del periodico di sinistra Jacobin; di “giacobinismo” viene accusato il Movimento 5 Stelle, mentre alla Rivoluzione fanno spesso riferimento i portavoce delle “sardine”. In Francia, d’altro canto, se da un lato, come ricorda De Francesco, si è assistiti impotenti alla chiusura dello storico Institut d’histoire de la Révolution française della Sorbona, dall’altro i gilets jaunes si richiamano alla tradizione del 1789 e al cinema una nuova imponente ricostruzione degli anni rivoluzionari, Un peuple et son roi (2018), è tornata a dividere pubblico, critica e storici. Nel frattempo, Netflix promette di lanciare a breve una serie sulla Rivoluzione in cui il medico Joseph Guillotin, padre della ghigliottina, è un detective che indaga su un misterioso morbo chiamato “sangue blu” che sembrerebbe la causa scatenante dei furori rivoluzionari…

Immagine da Wikimedia.


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