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La Val D’Ul Bòcc, il Far West nelle Alpi

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L’Archivio del Verbano Cusio Ossola in un articolo corredato da un’ampia rassegna fotografica d’epoca racconta come, mentre le scoperte minerarie infiammavano le corse all’oro dello Yukon creando boomtown in mezzo al nulla,  più in piccolo lo stesso fenomeno si scatenava anche in Italia.

Pur trattandosi sempre di scavi, il movente era diverso: la costruzione dell’avveniristica galleria del Sempione mosse migliaia di trafurett, in quella che divenne nota semplicemente come “La val d’ul bòcc”. Qui sorse Balmalonesca, che in breve con ottomila abitanti divenne di gran lunga il centro abitato più grande dell’Ossola, una volta e mezza il capoluogo Domodossola.

Balmalonesca! Questo curioso nome non si trova nemmeno sulle più minute carte geografiche. Un tempo era là, a 573 metri d’altezza sulla la strada che s’inerpica lungo la Val Divedro, nel territorio di Trasquera. Con l’inizio dei titanici lavori per il traforo del Sempione sorse il problema dell’alloggio dei numerosissimi operai impiegati nello scavo e provenienti da varie regioni italiane. Nel luogo dove c’erano soltanto una vecchia caserma di epoca napoleonica e qualche vecchio rudere, sorse il paese di Balmalonesca, un mucchio di “case, casine, casette, casucce, quasi tutte di legno“, allineate su un chilometro, che aumentarono ulteriormente, dopo che, sospesi i lavori dall’imbocco in Svizzera, a Briga, gli operai si riversarono tutti sul versante italiano.

Quattro uomini in particolare si fecero onore nella neonata comunità. Tra questi il dottor Giuseppe Volante impegnato a combattere contro il pericolo dell’ancylostoma duodenale, l’“anemia del minatore” che aveva decimato centinaia di lavoratori al Gottardo.

Vi furono comunque dei morti anche qui: 63 operai perirono per malattia, 58 per incidenti sul lavoro, 22 in risse, suicidi o infortuni fuori dal lavoro.

Ma l’abitato non era fatto per durare e non durò: già nel 1920 un’alluvione spazzò il paese e nel 1970 le acque rasero definitivamente al suolo l’abitato.

Oggi restano soltanto pochi ruderi e qualche immagine a ricordare il villaggio fantasma dei trafurett del Sempione.

A cura di @r315 e @Kenmare


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