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L’amara sorte della Sinistra Giovanile

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Su segnalazione di @alessandromeis.

Valerio Mattioli (quello dell’articolo sulle P38 e la no wave newyorchese) torna con un bellissimo e struggente pezzo sulla Sinistra Giovanile, i tempi delle lotte politiche al liceo, e le carriere politiche mancate dei suoi ex avversari liceali pidiessini.

[…] quelli della Sinistra Giovanile in fondo erano bravi ragazzi —credo. Pure simpatici, a saperli prendere. Con qualcuno di loro ci prendevo lʼautobus per tornare a casa, e poteva pure capitare che si chiacchierasse amabilmente di musica; loro cʼavevano Fiorella Mannoia, e un poʼ doveva rodergli. Noi Fugazi e Sonic Youth: diciamo che valeva come rivincita.

Ma soprattutto, quelli della Sinistra Giovanile erano dei vincenti. Non tanto e non solo per il 10 a 1 che ci avevano rifilato: è che proprio li vedevi pronti al decollo. Lo percepivi, che gli sarebbe toccato qualcosa di importante. Erano ambiziosi, studiavano “per farcela” e passo dopo passo scalare le gerarchie del più grande partito della sinistra italiana; a sedici anni già parlavano con un lessico che pareva preso da un corso di aggiornamento della Scuola delle Frattocchie, e se ti chiedevano che lezione cʼavevi alla terza ora quasi avevi paura di rispondergli perché hai visto mai, magari un giorno avrebbero utilizzato quellʼinformazione contro di te.

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Immagine da Wikimedia.


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