A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Alla vigilia del voto, un reportage di Annalisa Camilli sulla difficile situazione economica e sociale in cui versano molti abitanti di Ostia, frazione litoranea di Roma Capitale situata nel territorio del decimo municipio, commissariato per mafia nell’agosto del 2015.
[…] Per Stefano Portelli, antropologo dell’università di Leicester che ha scritto la tesi di dottorato su Nuova Ostia e sull’Idroscalo, l’avanzata dell’estrema destra nel quartiere periferico della capitale è la diretta conseguenza degli errori sistematici della sinistra, l’ultimo dei quali è proprio il commissariamento del municipio. “Ostia ha fatto da capro espiatorio per Roma e i quartieri più periferici a loro volta sono stati un capro espiatorio per Ostia. In questo modo, però, tutti gli abitanti si sono sentiti implicitamente accusati di essere mafiosi, quando sono semmai le vittime della criminalità organizzata. Questo era uno dei quartieri più ‘rossi’ e combattivi di Ostia, fino agli anni novanta. Ma adesso l’unico partito che critica apertamente la gestione commissariale è CasaPound, e molti abitanti si trovano a non avere scelta”. Più in generale, secondo il ricercatore, tutti gli interventi pubblici degli ultimi anni sono stati caratterizzati da una scarsa conoscenza della storia del territorio e da un implicito “disprezzo” per le persone che lo abitano. “Nel 2015 il giornalista francese Jack Dion ha pubblicato un libro in cui collegava l’ascesa del Front national all’atteggiamento della sinistra verso le classi popolari e parlava del mépris du peuple, il disprezzo del popolo”, ricorda Portelli.
Immagine da Wikimedia Commons.
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