Su suggerimento di @Gio.
In un lungo lungo post sul suo blog Fabrizio Barca illustra la sua scelta per una “astensione attiva” al referendum costituzionale, analizzando la riforma alla luce di cinque dimensioni: Efficienza, Efficacia, Certezza, Partecipazione, Garanzie.
L’esito di tale analisi che motiva la sua scelta è che la riforma approvata:
sembra produrre molte conseguenze lievemente positive e molte lievemente negative, in un bilanciamento incommensurabile che ci spinge alla sostanziale indifferenza sull’esito.
Inoltre invita a traguardare, qualunque sia l’esito, il dopo-referendum.
Se avrà vinto il SI, si dovrà subito tentare di limitare con una legge la degenerazione della qualità dei senatori, si dovrà gestire un ambiguo riparto di competenze fra Regioni e Stato, si dovranno chiarire subito i tanti e oscuri percorsi legislativi Camera-Senato, e altro ancora. Se avrà vinto il NO, si dovrà evitare che la doppia fiducia di Camera e Senato continui a produrre governi senza anima, che il governo abusi dei decreti legge, che un quorum troppo elevato uccida il Referendum abrogativo, e altro ancora. Comunque finisca, insomma, noi tutti dovremo lottare per una “buona attuazione”, altrimenti, in entrambi i casi, non cambierà nulla, anzi monterà solo una grande delusione.
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