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Libertà (di stampa) va cercando

Libertà (di stampa) va cercando

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A cura di @f2a.

Dopo le rivelazioni del Wall Street Journal, (link alternativo) il mondo liberal statunitense si interroga su che pensare del procedimento che coinvolge Assange.

Una svista dell’ufficio del procuratore della Virginia rivela quanto molti sospettavano: il dipartimento di stato statunitenste si prepara a procedere contro Julian Assange, discusso volto di WikiLeaks.
Secondo le fonti del WSJ, l’incriminazione riguarderà molto probabilmente il “cablegate” o i più recenti leak di documenti ai danni del Partito Democratico.

Alcuni commentatori progressisti si dichiarano soddisfatti dell’incriminazione di quello che vedono come una pedina della Russia, ma non tutte le voci liberal la pensano così. La ACLU e HRW affermano che non si può accusare chi pubblica documenti di interesse pubblico, anche se riservati.

Il segretario di stato Mike Pompeo ha più volte ribadito che le garanzie costituzionali sulla libertà di stampa non si applicano ad Assange, in quanto egli non è cittadino americano e WikiLeaks è considerata “organizzazione ostile” agli Stati Uniti.

Glenn Greenwald commenta amaramente:

La grande ironia dell’era Trump è che mentre i Democratici dicono continuamente di trovare gli impulsi autoritari di Trump repellenti, molto spesso applaudono (e a volte pure guidano) le peggiori fazioni dell’amministrazione, come stanno facendo ora nell’incriminazione di Assange.


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