Su suggerimento di @Qfwfq.
Giancarlo Elia Valori discute in un articolo per la rivista Formiche il processo di de-dollarizzazione di Russia e Cina, in cui vede l’inizio della fine dell’egemonia del dollaro statunitense come valuta dell’economia mondiale:
Gli Usa non comprano più idrocarburi, non gli serve, ma la Cina è sempre di più il miglior acquirente globale. A parte la stabilità dei prezzi del gas e del petrolio, che dovrebbe essere garantita nei prossimi anni, l’acquirente cinese e i suoi alleati dovrebbero, sempre di più, poter selezionare tra l’offerta e, certamente, tra i Paesi che accettano lo scambio bilaterale non-oil con la Cina e i pagamenti in yuan o in oro. Oggi, ancora, il 22% del Pil mondiale è rappresentato da quello Usa, mentre l’80% dei pagamenti internazionali è in dollari. Da ciò deriva che gli Usa ricevono beni dall’estero sempre a prezzi comparativamente molto bassi, mentre la richiesta massiccia di dollari dal resto del mondo permette il rifinanziamento del debito pubblico americano a costi bassissimi. È questo il punto, economico e politico insieme.
Immagine da pixhere.
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