Su suggerimento di @Yoghi.

Nonostante la crisi o forse a causa di essa aumenta l’ internazionalizzazione del sistema produttivo italiano.
Si parla molto degli investimenti da parte di aziende estere in Italia, spesso presentandole come invasioni stranieri. Un recente rapporto istat evidenzia come la presenza di grandi multinazionali estere sia un opportunità di crescita per un sistema industriale spesso provinciale e malato di quel capitalismo relazionale che spesso è sinonimo di di pochi investimenti, scarsa crescita e nulla competizione.
Le aziende estere presenti in italia sono meglio capitalizzate, spendono di più in ricerca e sviluppo e sono più produttive delle loro controparti italiane. Inoltre esportano una quota molto più significativa della loro produzione.
Siamo così sicuri che sia un male quando si parla di aziende italiane (magari cariche di debiti a causa di gestioni fallimentari da parte della famiglia del fondatore) che finiscono “nelle mani dello straniero” ?
Molto meno si parla degli investimenti italiani all’ estero, che spesso sono la spia di storie di successo per il nostro tessuto produttivo.
Anche in questo caso è un rapporto istat che ci mostra come faticosamente si allarghi la platea di aziende italiane che si affacciano alla scena internazionale e come spesso ciò sia sinonimo di efficienza, alto valore aggiunto e buone pratiche industriali. Significativo inoltre che il costo del lavoro sia sempre meno un fattore che spinge ad aprire nuove fabbriche fuori dai confini nazionali e che il desiderio di produrre vicino ai clienti sia il vero motore dell’ internazionalizzazione italiana.

 

Immagine by Oxfam East Africa [CC BY 2.0] via Flickr.