A cura di @uqbal
Un articolo del 2013 del New Yorker riprende in mano la storia di Melita Maschmann, nazista prima convinta e poi pentita, unitasi all’ala giovanile della Hitlerjugend contro il volere della famiglia, che dopo la guerra ha parlato del perché avesse così entusiasticamente sposato la causa hitleriana. Nell’articolo c’è anche un’intervista a quella che era stata la sua migliore amica, almeno finché una non si scoprì nazista e l’altra di lontana ascendenza ebraica.
La Maschmann, prima di finire nel circolo di un guru indiano e scomparire dalla Germania, ha pubblicato una memoria dal titolo “Fazit: Kein Rechtfertigungsversuch” (“Conclusione: nessuna giustificazione”) nel 1963.
Immagine: Wikimedia Commons
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