A cura di @Sguenz (modificato)
Francesco Maggio, economista e giornalista, già ricercatore a Nomisma e a lungo collaboratore de Il Sole24Ore, da molti anni si occupa dei rapporti tra etica, economia e società civile e dice la sua sul post nel dibattito aperto da Baricco su Repubblica dell’11 gennaio, in cui lo scrittore affernava che “le élites sono da tempo preda di un torpore profondo […] ipnotizzate da se stesse e hanno perso completamente contatto con la vita che fa la gente” e che vivono in una sorta di stato di “ipnosi da cui declinano un pensiero unico, allestendo raffinati teoremi il cui risultato è sempre lo stesso, totemico: There is no alternative“.
Maggio ritiene che il Partito Democratico non stia ascoltando la lezione di Baricco, restando nei fatti legato al famoso There is no alternative coniato da Margaret Thatcher. Per dimostrarlo, Maggio parte da un recente esempio milanese:
Poiché l’aumento non può aver seguito senza il via libera della regione Lombardia, il cui governatore leghista Attilio Fontana, fiutando l’impopolarità e iniquità della misura (e non ci vuole un dottorato in scienze politiche per capirlo, caro PD) sarebbe disponibile ad aumentare il costo del biglietto al massimo a 1,70 euro ecco che i due amministratori pubblici hanno cominciato a darsele di santa ragione: Sala accusa Fontana di essere eterodiretto da Salvini (che a sua volta interviene contro Sala); Fontana accusa Sala sostenendo che non può accettare che certe riforme vadano a vantaggio di alcuni cittadini e a scapito di altri. Morale: Il sindaco e il suo assessore alla mobilità Granelli si sono impuntati e stanno cercando il modo di aggirare il veto della regione pur di partire ad aprile con l’aumento a 2 euro del biglietto, con inevitabili strascichi polemici che andranno avanti chissà ancora per quanto. Come a dire: There is no alternative.
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