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Come mai la rivoluzione industriale non è avvenuta in Cina?

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Un’intervista di Ana Swanson a Joel Mokyr sul Washington Post analizza la mancata rivoluzione industriale in Cina.

Dopo la segnalazione Perchè non c’è mai stata una rivoluzione industriale Romana?, un utente ha posto la domanda del perché non ci sia stata una rivoluzione industriale nella Cina della dinstia Song.

Perché è importante considerare la questione delle cause della rivoluzione industriale?

È una domanda che va posta se vogliamo sapere come siamo diventati ciò che siamo. Il XIX e il XX secolo sono per molti versi i secoli più trasformativi di tutta la storia umana. Fino al 1800 circa, la maggior parte delle persone su questo pianeta era povera. E quando dico poveri, intendo dire che erano sull’orlo della fame fisica per la maggior parte della loro vita.

Mokyr non ritiene corrette le risposte culturali («la Rivoluzione industriale è iniziata in Occidente e non in Cina perché gli europei erano cristiani e i cinesi erano confuciani»). L’attenzione dello storico si concentra sulla competizione intra-continentale. Se da una parte la Cina, dopo la conquista mongola del XII secolo, era rimasta uno stato unitario, stesso non si poteva dire dell’Europa: queste situazioni politiche diverse portarono a due modelli di governo diversi, i politici europei più spinti a rischiare per non essere sopraffatti dagli stati vicini.

In questa interpretazione Mokyr ritiene che non si possa nemmeno parlare di occasione mancata: il governo cinese coscientemente prediligeva stabilità e sicurezza e per lunghi periodi di tempo aveva ottenuto entrambe. L’equilibrio si spezzò quando gli europei aggredirono militarmente con la Cina, forti del vantaggio tecnologico.

Un secondo fattore, secondo Mokyr, era il rapporto con i classici in occidente e oriente. Sebbene l’impero cinese fosse più meritocratico dei governanti occidentali, vi era ancora una rigidità nella trasmissione della conoscienza che bloccò il progresso:

In Europa accade qualcosa di diverso. Le persone studiano la conoscenza classica, Tolomeo, Ippocrate e Archimede, e cominciano a dire: «La maggior parte di queste cose è sbagliata». In Cina non si poteva fare così. Se dicevi «Questa roba è sbagliata», non passavi l’esame. Ma in Europa, la capacità di sfidare la saggezza ricevuta è incontenibile.


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