In un reportage pubblicato su Internazionale, Vincenzo Latronico riflette sulla questione abitativa nella città di Milano.
Sono i fondi immobiliari. Sono gli affitti brevi. È una bolla speculativa. Sono i tassi d’interesse. È il superbonus. È l’Expo. Da qualche anno chi vive a Milano cerca, con incredulità e preoccupazione, una spiegazione di una vera e propria emergenza abitativa causata dall’esplosione dei valori delle case, e non la trova. I prezzi al metro quadro sono saliti di più del 60 per cento in un decennio, mentre i salari sono rimasti fermi; le agenzie immobiliari, moltiplicatesi come fiori dopo una pioggia nel deserto, mostrano vetrine in cui quasi tutte le proposte riportano la scritta “Venduto”. Chi chiama per l’annuncio di un appartamento pubblicato il giorno stesso scopre che c’è già un’offerta in corso. Cos’è successo?
E aggiunge:
Per certi versi è una situazione che conosco. Sono tornato in città dopo molti anni a Berlino, in Germania, e una delle ragioni del mio ritorno era la trasformazione subita con l’impennata dei valori immobiliari. Fino a una decina d’anni fa, gli affitti a Berlino erano più bassi che nella provincia italiana – un monolocale costava quanto una monovolume – e questa abbondanza di spazio a basso costo ha contribuito al fermento culturale della città: ci si poteva vivere con pochissimo, arrabattandosi, che è ciò che fanno gli artisti. Negli anni della mia permanenza i valori di certe zone sono quintuplicati. D’un tratto, arrabattarsi era molto più difficile.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.