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Le primarie in New Hampshire: un riassunto

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A cura di @Coco B. Ware

Le primarie in New Hampshire si sono concluse con una vittoria schiacciante nel voto tra i Repubblicani e tra i Democratici.
Ha vinto Trump doppiando John Kasich, ha vinto Sanders con un distacco netto su Clinton.

Nel GOP non ha ancora vinto nessuno
Dopo i risultati dell’Iowa che avevano parzialmente ridimensionato le ambizioni di Donald Trump i repubblicani che osservano con timore l’ascesa del magnate immobiliarista avevano tirato un sospiro di sollievo, ma i risultati del New Hampshire consegnano alla corsa presidenziale un Trump ringalluzzito dal suo 35% e una serie di avversari spuntati che si dividono i restanti consensi, senza che emerga un credibile sfidante. Il primo dei secondi questa volta è stato John Kasich, che a fine gennaio aveva ricevuto l’endorsment del New York Times, con il 16% delle preferenze.
Jeb Bush, che ha speso una discreta cifra in pubblicità per ottenere il suo 11% di voti, viene descritto come più energico e pronto a dare battaglia in un ruolo che finora non aveva sperimentato: quello di candidato anti-Trump.
Marco Rubio che sino a pochi giorni fa era considerato il contendente più valido ha ottenuto un risultato deludente causato da una pessima prestazione al dibattito televisivo di sabato scorso.
Malgrado un non eccezionale 11,6 Ted Cruz può non essere del tutto deluso: ha fatto meglio di Bush e soprattutto a differenza dei vincitori repubblicani dell’Iowa del 2008 e del 2012 ha dimostrato di poter prendere qualche voto anche in uno stato dove gli evangelicali non sono tantissimi.
Christie non ha ottenuto vantaggi dall’aver distrutto Rubio al dibattito, il New Hampshire era la sua ultima speranza ed è probabile un suo imminente ritiro.
Carly Fiorina, Ben Carson e Jim Gilmore hanno svolto un ruolo da comprimario.

Sanders vince su Clinton
Bernie Sanders giocava in casa, con un elettorato a lui congeniale, ha ottenuto il 60% dei voti, circa 20 punti percentuali in più di Hillay Rodham Clinton. Un risultato favorevole al candidato socialista (non è più una brutta parola, almeno tra i giovani americani) che era in ampia parte preventivato dai sondaggi, anche se non in queste proporzioni.
L’unica altra candidata rimasta in corsa tra i Democratici ha incassato la sconfitta quando i seggi erano ancora aperti e fatto un concession speech combattivo:

Più che l’entità della sconfitta è il modo in cui è maturata a preoccupare l’ex segretario di stato: solo un terzo dei suoi elettori ha meno di cinquant’anni. Per questo secondo Politico.com si andrà ad un consistente ricambio nello staff.

Questo riassunto fa parte dello speciale di hookii per le primarie USA.


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