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Qualche piccolo passo in avanti per una politica della natalità

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A cura di @yoghi.

Per garantire una società in crescita economica e sociale sarebbe necessario porsi il problema delle sue basi demografiche; per decenni l’Italia ha brillato per l’assenza di qualunque politica della natalità volta a favorire la nascita e lo sviluppo di una nuova generazione di cittadini. Ora qualcosa comincia a muoversi.

Nella legge di Bilancio del 2017 è stata prorogato per il biennio 2017-2018 il congedo di paternità: «un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, esclusivamente per il papà, non scambiabile con la mamma, remunerato al 100 per cento, da utilizzare nei primi cinque mesi di vita del Bambino».

Qui due ulteriori link esplicativi:

Contemporaneamente è in via di approvazione  il decreto legislativo collegato alla Buona Scuola che recepisce gli orientamenti europei in materia di scuola per la Prima Infanzia. cfr. Quality  framework for Early Childhood Education and Care (ottobre 2014, Commissione europea). Come cita questo articolo de Lavoce.info:

Unificando la gestione degli asili nido e delle scuole d’infanzia (bambini da 0 a 6 anni), sotto l’egida del ministero dell’Istruzione, università e ricerca, si sancisce il diritto all’educazione, in particolare per gli asili nido (fascia 0-3 anni), come servizio pubblico fondamentale.

E ancora:

Il testo dello schema di decreto legislativo, che attende il parere delle commissioni Cultura, Affari sociali e Bilancio, prevede la creazione presso il ministero del fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione (articolo 8, 12-13) con risorse pari a 209 milioni di euro per l’anno 2017, 224 milioni di euro per l’anno 2018 e 239 milioni di euro a decorrere dall’anno 2019.

 

Immagine in Pubblico dominio da pixabay


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