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Rai, una commissione che decide cosa divulgare? La nostra proposta è stata strumentalizzata

Rai, una commissione che decide cosa divulgare? La nostra proposta è stata strumentalizzata

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In questi giorni si è molto parlato della proposta di legge n. 395 elaborata in commissione cultura dal M5S.  Numerose infatti sono state le polemiche politiche che accusavano la legge di voler introdurre una commissione politica per il controllo dell’informazione scientifica in RAI.

Sul suo blog su Il Fatto Quotidiano, Marco Bella, parlamentare del M5s e ricercatore in chimica organica, difende il testo della legge n. 395 elaborata in commissione cultura dal M5S, oggetto nei giorni scorsi di numerose critiche. Come riporta Adkronos, l’esponente democratica Simona Malpezzi aveva accusato la misura di introdurre una sorta di Minculpop. Secondo Bella, invece, la norma “favorire la diffusione e l’accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche”, dato che riguarderebbe la questione dell’Open Access alle pubblicazioni scientifiche.

Marco Bella spiega che la proposta di legge aggiornerebbe e adeguerebbe

agli standard europei la normativa italiana. In questo modo, i lavori scientifici nei quali sono stati impiegati soldi pubblici possono essere finalmente disponibili ai cittadini che li hanno finanziati. La promozione dell’accesso aperto istituzionale serve: 1) a limitare lo strapotere finanziario degli editori, che possono chiedere decine di euro per l’accesso a un singolo articolo scientifico e migliaia per l’abbonamento annuale a una rivista, con contratti capestro che prevedono l’acquisto di pacchetti non negoziabili di riviste; 2) a evitare che chi opera in università “povere” ricorra a siti pirata come Sci-Hub, sul quale è possibile accedere praticamente a qualsiasi rivista online in modo fraudolento violando il diritto d’autore.


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