A cura di @Lowresolution.
Mario Seminerio sul suo blog commenta con la sua usuale causticità la proposta di reddito di cittadinanza rilanciata dal Movimento Cinque Stelle ieri a Assisi.
Al di là della proposta di un reddito di cittadinanza che in realtà si presenta a tutti gli effetti come un sussidio (verrebbe riconosciuto solo a chi è a rischio di povertà, ovvero chi non raggiunge i 9.360 euro l’anno), la critica si concentra in particolare sulla lista di provvedimenti e le coperture con cui il Movimento propone di recuperare almeno 20 miliardi necessari per poter offrire un reddito minimo di ben 780 Euro al mese.
Il grosso dei 20 miliardi arriva dalle sempreverdi tax (le detrazioni fiscali) expenditures e dalla spending review, con incursioni nei settori contro i quali il M5S è più critico: banche e assicurazioni, multinazionali del gas e del petrolio, giochi. Ma tornano anche i tagli ai ««privilegi della casta» su cui il Movimento ha costruito la sua fortuna politica: vitalizi, auto blu, indennità parlamentari, fondi ai partiti e all’editoria. Nonché l’addio al Cnel, salvato dal referendum.
Dalla lista dei provvedimenti con relativi fantasiosi importi, raccolta in una tabella dal Sole24 Ore, sono spariti i tagli alla Difesa per lasciare il posto a una pesante stangata fiscale che avrebbe pesanti effetti su tutto il paese. Critiche sono arrivate anche dagli “amici” del movimento, che lo hanno accusato di essere fermo al 2013 e ancora troppo vago.
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