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Scuola da casa anche fuori dall’emergenza pandemica

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La scuola da casa, meglio conosciuta come “istruzione domiciliare“, è un movimento nato negli anni ’70 negli USA sulla spinta di genitori di fede evangelica; si è diffuso gradualmente negli USA, rappresentando circa il 3% degli studenti fino all’inizio della pandemia, per poi crescere fortemente con i lockdown dovuti alla pandemia di COVID 19, salendo al 11% nel ottobre 2020 e addirittura al 19,5% nel maggio 2021.

Negli ultimi anni il movimento per la scuola da casa si è diversificato, offrendo soluzioni ibride e quindi interessando sempre nuove fasce di popolazione:

California, Ohio and Pennsylvania have led the way in this regard. In 2006, it was estimated that 11 percent of Pennsylvania’s charter schools had online instruction. What is noteworthy is that 60 percent of the students in these schools had previously been homeschooled.

In addition, homeschoolers in states such as Michigan have access to public school interscholastic sports. That’s not all. They can, in addition, opt to take certain public school offerings.

Tale movimento non è un esclusiva statunitense, sebbene con percentuali di aderenti molto più basse si è diffuso anche in alcuni stati europei: In Inghilterra, sono oltre 70mila i ragazzi che si avvalgono della scuola parentale; 60mila in Canada, tremila in Francia e duemila in Spagna.

In Italia il fenomeno prima della pandemia riguardava circa 5.000 studenti, numero che è nel frattempo triplicato a seguito della pandemia. Della questione in generale ne parla, cercando di mettere in evidenza gli aspetti positivi e negativi, lo psicologo Marco Crepaldi, che pure se ne dichiara in generale contrario in questo video sul suo canale YouTube:

Immagine da Pixabay


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