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Servitù energetica

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Un articolo apparso sul Manifesto Sardo denuncia la situazione energetica della Sardegna e l’utilizzo dell’energia prodotta nell’isola in Italia:

Questa la “fotografia” del sistema di produzione energetica sardo (energia richiesta in Sardegna: GWh 9.171,5, energia prodotta in più rispetto alla richiesta: GWh +3.491,5, dati TERNA 2019) è che oltre il 38% dell’energia oggi prodotta “non serve” all’Isola e viene esportato verso la Penisola grazie alle connessioni oggi esistenti ovvero viene disperso in quanto non utilizzato (i sistemi di accumulo e conservazione sono ancora in fase di studio o sperimentale).

Per il 2027-28 è prevista la fine dei lavori del Thyrrenian Link, un doppio cavo sottomarino che unirebbe Eboli con Termini Imerese e la costa sarda, offrendo un’ulteriore portata di 1000 MW. L’obiettivo a quel punto sarebbe installare altri impianti di produzione energetica rinnovabile, come anticipato dall’amministratore delegato di ENEL, Starace:

“Lo scenario ipotizza l’installazione, a Thyrrenian link in esercizio, di un gigawatt di batterie e circa 4/5 gigawatt di potenza di rinnovabili in più rispetto a quanto abbiamo adesso. Oltre agli ovvi benefici ambientali, come la scomparsa di fatto dell’anidride carbonica prodotta dalle fonti fossili, un piano del genere svilupperebbe investimenti sull’intera filiera da qui al 2030 di 15 miliardi di euro, un indotto più che doppio e una occupazione tra i 10 e i 15mila addetti qualificati e specializzati”.


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