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Sopravvivere al carcere, nonostante il carcere

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Internazionale propone un articolo di Giuseppe Rizzo sull’efficacia del carcere e delle misure alternative alla carcerazione. Nel corso del reportage, l’ex rapinatore Lorenzo Sciacca racconta la sua esperienza di mediatore civile e penale.

Nel giro di dodici ore Lorenzo Sciacca è passato dall’essere un rapinatore di banche condannato a decine di anni di carcere all’essere un uomo libero. Nei due anni successivi alla scarcerazione è passato dall’essere un criminale con quasi vent’anni di prigione alle spalle all’essere uno che per lavoro tenta di evitare che le persone facciano casino e finiscano dietro alle sbarre. O che, se ci finiscono, prova a trovare una mediazione tra loro e le vittime.

Sciacca dai quattordici anni ai trenta ha svaligiato più di venti banche. Nel settembre 2017, quando è uscito dopo quasi dieci anni di fila in cella, non si ricordava più la sensazione di bere dell’acqua da un bicchiere di vetro. La versione lunga di quello che gli è successo fino alla scarcerazione è qui. Quella breve, più o meno, può essere riassunta così: Sciacca è nato nel 1976 a Milano mentre il padre era in cella a San Vittore; è cresciuto in un casermone di periferia, poi si è trasferito a Catania, la città dei genitori; lì ha cominciato a compiere piccoli reati, poi sono arrivate le rapine e i primi anni al minorile di Milano; l’adolescenza e l’età adulta sono passate tra furti, soldi, latitanze, automobili di lusso e prigioni, in un continuo entra ed esci.

Immagine da Flickr – Antingone.


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